Duplice incendio negli ultimi giorni nella casa circondariale di Monza. Autore di entrambi gli episodi è un detenuto di origine straniera in carcere per svariati reati tra cui la rapina. Mercoledì 10 novembre, nel pomeriggio, l’uomo aveva bruciato un’intera cella utilizzando i vestiti di un altro ristretto per appiccare il fuoco. Le fiamme sono state immediatamente domate grazie all’intervento degli agenti della Penitenziaria. Per uno di loro si è reso necessario il passaggio al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo, da dove è poi stato dimesso con tre giorni di prognosi.
Spostato in un’altra sezione dell’istituto lo stesso detenuto ci ha poi riprovato nella notte tra mercoledì 10 e giovedì 11 novembre. «Verso l’1.30 il detenuto ha iniziato a spaccare il televisore della cella e ha distrutto i sanitari. Poi ha appiccato nuovamente il fuoco», raccontano gli agenti presenti all’accaduto. Anche in questo caso gli agenti hanno provveduto a domare l’incendio che in pochi minuti è divampato in tutta la cella, provocando una fitta coltre di fumo che ha invaso i corridoi della sezione, causando l’intossicazione degli agenti accorsi.
Sul posto sono intervenuti un’auto medica, due ambulanze e un mezzo dei Vigili del fuoco. Tutti gli agenti coinvolti sono stati trasporti all’ospedale San Gerardo. Per uno di loro sono stati necessari alcuni punti di sutura a una mano, ferita dal lancio di un pezzo di ceramica scagliato dal detenuto.
«Non si può evitare di constatare una certa superficialità nelle precauzioni che si sarebbero dovute adottare in seguito al primo incendio provocato dal detenuto, per evitare il ripetersi di un nuovo evento che si è poi regolarmente verificato – ha commentato in una nota Leo Beneduci, segretario generale Osapp -. Chiediamo che vengano disposti urgenti accertamenti del caso. Due incendi causati dallo stesso detenuto a distanza di pochissime ore appaiono sicuramente eccessivi e ingenerano non pochi dubbi sulle iniziative finora adottate. Chiediamo anche come organizzazione sindacale che per il personale intervenuto si valutino gli opportuni riconoscimenti del caso».