Carate, sgombero Nove PianiTre famiglie senza alternativa

Carate – Mancano solo quattro giorni alla scadenza del termine previsto dall’accordo tra le parti coinvolte nella complessa e travagliata vicenda fallimentare del “Nove piani”. Entro il 30 giugno, infatti, le tre famiglie che ancora abitano negli appartamenti del condominio di via Aspromonte più volte finito al centro della cronaca locale per le sue vicende giudiziarie e per il suo stato di abbandono e degrado, dovranno lasciare il palazzone. Questo l’accordo stipulato nel corso del processo per morosità e, in subordino, per finita locazione, che ha coinvolto gli inquilini: ai condomini sono stati “abbuonati” i pagamenti degli affitti pregressi e futuri, ma dovranno lasciare il “Nove piani” entro fine mese. Così, in vista dell’imminente “giorno X”, dal Sindacato inquilini, da sempre al fianco dei residenti, parte un accorato appello: «Cerchiamo – così Dino Pavesi – caratesi di buon cuore che si facciano avanti e siano disposti a sottoscrivere con gli inquilini rimasti all’Aspromonte un contratto di locazione». Dietro alle trentasei porte del Nove piani vivono ancora tre nuclei famigliari. C’è un trentenne, operaio in una ditta della zona. C’è una famiglia di origine marocchina con tre figli piccoli. E poi una famiglia di albanesi, anch’essa con tre figli a carico. Tutte famiglie monoreddito, con un lavoro stabile, tagliate fuori dal mercato privato della casa e ben lontane dai primi posti della graduatoria comunale per l’assegnazione delle case popolari.

«Sono extracomunitari – dice Pavesi – di buona volontà e di sicura affidabilità, che purtroppo non possono permettersi un contratto d’affitto da 700 o 800 euro al mese. Chiediamo un affitto più ragionevole». Gli altri inquilini sono riusciti a trovare casa. Anche grazie alla giunta comunale uscente, che aveva stanziato un contributo economico straordinario di 27.500 euro. Il “Nove piani” è tra gli immobili coinvolti nel maxisequestro della Guardia di finanza e della Procura di Monza nell’inchiesta sui soldi “riciclati” in case e terreni per 100 milioni di euro di cui è accusato il napoletano Salvatore Izzo, legato alla “Immobiliare Cb”, l’ultima proprietaria dello stabile caratese dichiarato inabitabile dall’Asl. Il sindacato inquilini è in piazza IV Novembre. Gli operatori rispondono allo 039/2399259.
Alessandra Botto Rossa