La piattaforma ecologica di Carate Brianza è una bomba a orologeria. Venerdì il sindaco Francesco Paoletti ha firmato la revoca dell’ordinanza che, fino al prossimo 30 giugno, consentiva il conferimento dei rifiuti alla piattaforma ecologica di via Tagliamento. Le verifiche effettuate in settimana hanno costretto il primo cittadino a prendere la pesante e drastica decisione. La piattaforma è già chiusa da una settimana, su provvedimento precauzionale degli uffici comunali, intervenuti dopo la relazione sul monitoraggio realizzato il 14 aprile da una ditta specializzata, per conto del Consorzio Brianza rifiuti, l’azienda consortile oggi in liquidazione, che aveva in gestione l’impianto di stoccaggio costruito su parte del terreno delle ex discariche.
Paoletti ne ha preso visione giovedì della scorsa settimana e nel pomeriggio del giorno dopo, sul sito internet del Comune, ha fatto pubblicare un avviso di chiusura, fino a sabato 29 aprile per non meglio precisati «problemi tecnici». Ma la piattaforma non riaprirà.
Durante gli ultimi test è stata trovata una concentrazione elevata di biogas, prodotto della decomposizione dei rifiuti, in uscita dal terreno delle ex discariche su cui si alza la piattaforma ecologica. E questo significa che c’è un possibile pericolo di esplosione.
«È mio dovere – spiega Paoletti – tutelare innanzi tutto la sicurezza di chi lavora nell’impianto e dei cittadini che conferiscono lì i rifiuti. In questo momento non mi sento di continuare a tenere aperta la piattaforma».
Tracce di biogas, normale presenza in un’area di stoccaggio rifiuti, erano state rinvenute anche in precedenti monitoraggi (il primo, commissionato dall’amministrazione comunale, è dell’aprile di un anno fa), ma non in quantità tali da destare preoccupazione. Ora sì. Da qui la decisione del sindaco di sospendere l’attività di conferimento dei rifiuti. Il primo cittadino, l’assessore Tommaso Brenna e gli uffici sono ora al lavoro per costruire soluzioni a breve termine e offrire ai caratesi un’altra modalità di servizio stoccaggio, in sostituzione di quella che, ora, viene meno.