C’è chi conosce fin troppo bene Israele e in particolare Gerusalemme, come il frate francescano Matteo Brena originario di Camparada che da quando è scoppiato il nuovo conflitto con Hamas ha ammesso di “provare un grande dolore e sgomento per quello che sta succedendo da sabato, però purtroppo questa situazione di scontro che va a colpire le persone più deboli e fragili parte da lontano e una storia lunga, dove è mancato il dialogo e la costruzione di pace tra i due paesi, anzi guardandosi come nemici”. Fra Matteo da tempo organizza pellegrinaggi in Terrasanta e lui insieme ai suoi confratelli gli piace definirla “una seconda casa, siamo turbati feriti e sconvolti dove abbiamo le nostre radici cristiane”. Il religioso ha parlato anche di “nodi irrisolti e la comunità internazionale ha una grande responsabilità dal momento che non si interessa della questione. Sul territorio ci sono le tre religioni monoteiste (cristiana, ebraica, musulmana) che vanno fatte convivere con un’autorità super partes”.
Camparada: fra Matteo Brena “La pace e il perdono sono possibili”
L’auspicio per fra Matteo attualmente a Firenze è che questa guerra possa concludersi nel più breve tempo possibile e ammette che “la pace non la fa la politica, ma la fanno le connessioni tra le persone come diceva Giorgio La Pira sindaco di Firenze mettendo in rapporto uomini e donne capaci di riscoprirsi uniti riuscendo a includere le diversità e le differenze. Bisogna mettere in gioco il cuore e il perdono che ci permettano di superare questo dolore e capire che in questo caso il concetto di giustizia può portare solo alla vendetta e nulla di più”.