È tornato a casa nella notte tra sabato e domenica Matteo D’Apolito. Ha portato a termine il suo sesto cammino di Santiago. Un vero veterano dei tracciati dei pellegrini, sole caldo freddo o pioggia non spaventano D’Apolito, allenato e ormai esperto conoscitore della terra spagnola. Ma raggiungere la cattedrale di Santiago, questa volta, aveva una motivazione diversa.
Cammino di Santiago: la sesta impresa del novese D’Apolito, le difficoltà
Era già partito ad aprile, il 16, ma aveva preferito far ritorno dopo la prima tappa perché a Madrid gli avevano rubato il portafoglio con tutti i documenti. Troppe preoccupazioni per poter affrontare il cammino con lo spirito giusto. Di qui la decisione, sofferta, di sospendere temporaneamente il cammino e riprenderlo dopo qualche mese. E così è stato. Matteo D’Apolito, di Nova Milanese, 69 anni da compiere a settembre, è ripartito alla volta di Madrid lo scorso 5 giugno e ha ripreso il cammino da Tres Cantos dove si era fermato ad aprile.

«Ho percorso 16 tappe in terra spagnola per poi congiungermi al cammino francese – ha raccontato il novese – Ho dovuto camminare molto più del solito alcuni giorni perché in questo periodo c’era molta più gente e molti ostelli erano al completo».
Cammino di Santiago: la sesta impresa del novese D’Apolito, “alla messa del Pellegrino accesa una candela per la città”
Prima di partire aveva detto: «Devo cambiare le calze e gli integratori». Due elementi fondamentali per affrontare le lunghe giornate di cammino. «Per fronteggiare il caldo – ha continuato Matteo D’Apolito – partivo alle sei del mattino, ma dalle 4,30 ci si svegliava perché era un continuo viavai di chi partiva ancora prima che sorgesse il sole».
Il caldo non è mancato, ma nemmeno la pioggia e il freddo. E poi tanti luoghi da visitare e tante persone da conoscere. «Sono rimasto incantato dall’acquedotto di Segovia e ho incontrato davvero tanti pellegrini: un giorno ho fatto il percorso con un giapponese, ma non ho capito nulla di quello che diceva». E poi finalmente l’arrivo il 22 giugno a Santiago.
«Ho partecipato alla messa del pellegrino e ho acceso una candela per tutti i novesi. Qui ho lasciato anche il sasso di Sofia e Alice che avevo trovato prima di partire ad aprile».