Brugherio: percepiva la pensione del marito morto da due anni

La Polizia Locale a egito di approfondimenti ha scoperta l'appropriazione indebita della donna.
La polizia locale di Giussano ha intensificato in estate i controlli del territorio

Per quasi due anni ha percepito dall’Inps l’assegno di invalidità del marito nonostante l’uomo fosse morto: ora, dopo essere stata smascherata dalla Polizia locale di Brugherio, rischia una imputazione per “indebita percezione di erogazioni pubbliche”.
Protagonista della vicenda è una donna moldava residente in città con il consorte che dal 2016 riceveva l’invalidità ed era assistito da altri enti tra cui il Comune e l’Asst che gli fornivano prestazioni specifiche sospese nel settembre del 2021 proprio quando le sue condizioni di salute si sono aggravate. Nell’autunno di due anni fa, infatti, la coppia è tornata in patria forse nella speranza di poter contare su cure migliori per l’uomo o forse per ritrovare i famigliari. Da quel momento in città nessuno ha saputo più nulla di lui, che è sempre rimasto iscritto all’anagrafe del Comune, mentre la donna è rientrata qualche tempo dopo.

Brugherio: percepiva la pensione e le indagini della Polizia Locale

I guai per lei sono iniziati quando in Villa Fiorita è partita una ricognizione sui benefici riconosciuti al marito, tra cui il versamento dell’assegno di invalidità. Alle verifiche hanno collaborato gli operatori dei servizi sociali, dell’anagrafe e gli agenti della Polizia locale coordinati dal comandante Silverio Pavesi che hanno accertato che l’uomo era deceduto nel settembre 2021 e che la signora, che non ha mai comunicato formalmente la sua morte, fino allo scorso agosto ha continuato a incassare la pensione percependo complessivamente oltre 28.000 euro. Nel corso delle indagini la Polizia locale ha acquisito anche la documentazione relativa alle transazioni bancarie del conto su cui ogni mese venivano effettuati i versamenti.
La donna, che rischia di dover restituire all’Inps quanto incassato indebitamente dopo la scomparsa del coniuge, è stata deferita alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Monza per il reato di “Indebita percezione di erogazioni pubbliche” che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni.