Briosco, polemiche sui militari a scuola: il sindaco risponde ai manifestanti

Un centinaio di persone ha partecipato ad un presidio, contro l'ospitalità offerta ai partecipanti all'Italian Raid Commando. Antonio Verbicaro ha chiarito la sua posizione
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Un gruppo di militari impegnati nell’Italian Raid Commando

Fuori i militari da scuole, boschi, città! No Italian Raid Commando”. È lo striscione con il quale giovedì 22 maggio un centinaio di persone, esponenti in gran parte del Foa Boccaccio di Monza e dell’Assemblea permanente contro le guerre di Lecco, con una presenza anche di residenti, tra i quali Vera Dell’Oro, già assessore alla Cultura ed all’Istruzione ed oggi capogruppo consiliare di Dell’Oro Sindaco, ha accolto a Briosco, in serata, i partecipanti alla trentasettesima edizione dell’Italian Raid Commando, che fino a domenica 25 maggio avrà al plesso scolastico di via Polo una base logistica della competizione per pattuglie militari. L’iniziativa, promossa dalla delegazione regionale dell’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, vede protagonisti militari in servizio attivo, della riserva e di scuole militari appartenenti a nazioni della Nato. Diversamente dall’esperienza del 2024, quando l’appuntamento non aveva prodotto polemiche, stavolta fin dai giorni precedenti il clima si era surriscaldato.

Briosco: l’attacco dei manifestanti

«Spacciata come una semplice gara -ha spiegato il Foa Boccaccio in un post social, pubblicato mercoledì 21 maggio-, l’Italian Raid Commando è, per ammissione degli organizzatori stessi, una vera e propria esercitazione militare. Se da un lato tentano di convincerci della necessità di guerra e riarmo, dall’altro vogliono abituare le coscienze alla presenza nei territori dei militari, mistificando spesso gli eventi che ne prevedono la presenza attraverso concetti quali la solidarietà, l’aiuto alla popolazione, le pratiche sportive o sociali. Per questo ci sembra giusto denunciare che l’Italian Raid Commando non può essere considerata un’iniziativa innocua, ma anzi, alla luce delle recenti chiamate al riarmo, e del ruolo proattivo dell’Italia nel genocidio palestinese, essendo il terzo fornitore di armi, dopo Usa e Germania, all’entità sionista, si configura come una delle tante strategie di accettazione della guerra permanente in cui siamo immersi».

Briosco: la replica del primo cittadino

Di tutt’altro avviso il sindaco Antonio Verbicaro, che nel suo discorso di accoglienza ai militari ha evidenziato le forme di dissenso, sottolineando che «è stata diffusa la notizia, non fondata, che la scuola sarebbe stata chiusa e che gli alunni avrebbero perso delle lezioni. Nulla di tutto questo è accaduto, né accadrà mai, perché nessun diritto viene tolto ai nostri alunni». Verbicaro ha anche aggiunto che «credo che forme di protesta di questo tipo andrebbero indirizzate agli attori politici che decidono le sorti dei militari e di uno o più popoli, e non verso i militari, che sono professionisti addestrati chiamati ad eseguire ordini indiscutibili nell’ambito delle leggi e delle direttive di governo. In contesti governativi democratici e responsabili -come il nostro di cui di cui vado fiero-, le Forze armate vengono impiegate per preservare la pace e garantire la sicurezza preventiva. Al contrario, laddove governano leader mossi da egoismi ed ambizioni espansionistiche, la storia ci ha insegnato che possono verificarsi tragedie indicibili». Il presidio si è prolungato fino alle 23, con appunto le Forze dell’ordine a fare buona guardia. Tutto si è svolto comunque con ordine. L’Italian Raid Commando vede ospitati a Briosco circa cinquanta degli oltre centocinquanta partecipanti, che si sfidano in più prove a squadre.

L'autore

Seregnese, classe 1973, lavoro a “Il Cittadino di Monza e Brianza” dal 1998 e mi occupo dei paesi della Brianza Nord. Presidente del Circolo culturale San Giuseppe di Seregno tra il 2013 ed il 2019, ho curato in prima persona o partecipato alla stesura di più di una ventina di pubblicazioni, tutte riguardanti storie o personaggi della città in cui sono cresciuto e vivo.