Venerdì sera avrebbe dovuto parlare di Siria e della strategia del suo paese, la Turchia, in Medioriente a Monza. Ma Bahar Kimyongur al Foa Boccaccio non è mai arrivato. L’attivista turco-belga, membro del movimento della Tayad (Associazione familiari dei prigionieri politici turchi) e oppositore del premier turco Erdogan, è stato arrestato giovedì all’aeroporto di Bergamo. Appena sbarcato, gli uomini della Questura hanno eseguito un mandato d’arresto internazionale emanato dalla Turchia.
Kimyongur era stato già incarcerato e poi assolto in Belgio per l’accusa di far parte del gruppo comunista turco Dhkc-p. Ora è protagonista nel movimento contro l’aggressione alla Siria e in particolar modo contro le ingerenze della Turchia di Erdogan. Appena atterrato a Orio è stato prelevato dal personale della Digos di Bergamo, portato in Questura e poi nel carcere cittadino. Già lo scorso giugno, in viaggio in Spagna, era stato arrestato su richiesta di estradizione da parte della Turchia e poi rilasciato su cauzione. Oltre alla serata monzese, in Italia avrebbe dovuto partecipare anche a una conferenza a Padova in programma sabato.
«Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza, mentre a chi si è mosso per zittire un’importante voce del dissenso turco in Europa va il nostro biasimo e la nostra rabbia», scrive il Foa sul suo sito internet.
Durante un’assemblea i militanti hanno definito le tappe della mobilitazione per chiedere la liberazione di Kimyongur: presidio sabato 23 novembre a Milano alle 15 al consolato turco, nonché Ente del turismo e sede della Turkish Airlines, in via Larga 19 e il 30 novembre a Torino alla manifestazione nazionale a sostegno della resistenza palestinese.