«Da quando l’ho vista, aggredita verbalmente da un diluvio di oscenità e violenza, non faccio che pensare a lei. Mi chiedo come stia ora, dove si trovi in questo momento». Rossana Valtorta, esponente dell’Anpi di Monza, racconta della lite furiosa e violenta a cui ha assistito lo scorso 24 agosto, dalle finestre della sua casa a Monza.
Verso le 19 è stata attirata dalle urla che provenivano dalla strada. All’angolo tra viale Campania e via Lipari, a pochi passi dall’Esselunga di San Fruttuoso, Valtorta ha visto un uomo e una donna che litigavano. «Lui urlava oscenità e insulti verso la donna, chiamandola per nome. Ha continuato a rivolgerle insulti orribili nonostante fossero già intervenute sul posto due pattuglie di Carabinieri». A chiamare i militari è stata proprio la vittima, stando a quando le ha urlato l’uomo, accusandola anche di aver allertato inutilmente le forze dell’ordine.
Monza, il racconto: “C’erano nove carabinieri, l’uomo continuava a urlare insulti e dichiarazioni d’amore”
La situazione non sembrava calmarsi, nonostante la presenza di una terza pattuglia accorsa in aiuto dei colleghi. «A quel punto c’erano nove carabinieri che cercavano di fare da cuscinetto tra i due, impedendo all’uomo di avvicinarsi, mentre continuava ad urlare alternando insulti a dichiarazioni d’amore. A un certo punto – continua Valtorta – la donna, che non ha quasi mai risposto alle ingiurie dell’uomo, ha deciso di allontanarsi e si è incamminata per conto suo. Sul posto sono rimasti i carabinieri e l’uomo che ancora gridava. Hanno continuato a parlare un po’, fino a quando lui si è calmato. A quel punto anche l’uomo si è incamminato, seguendo la stessa via presa dalla donna solo pochi minuti prima».
Quello che poteva essere l’inizio di un fatto di cronaca ben più grave si è risolto in nulla. Dopo la sfuriata se n’è andarto anche l’uomo. Una decisione che, vista dall’esterno e senza conoscere la situazione, ha lasciato qualche perplessità.
Monza: “Non faccio che pensare a lei e alle tante vittime della violenza fisica e verbale”
«Forse si sarebbe dovuto fare di più – spiega – forse quella lite era solo l’ennesima. Non so nulla di lei e di quell’uomo. So che è stata lei a chiamare i carabinieri perché la difendessero e vederlo andare via così dopo una scena tanto feroce mi ha lasciata davvero sconcertata. Troppo spesso – continua – veniamo a sapere di femminicidi che sono il tragico epilogo di denunce e segnalazioni fatte nel tempo dalle vittime e che troppo spesso vengono sottovalutate. Mi auguro che nulla succeda e che lei stia bene, ma da quando ho assistito a quel litigio non faccio che pensare a lei e alle tante vittime della violenza fisica e verbale».
Prima di lasciare l’angolo su cui si è consumata la lite, l’uomo ha gridato anche contro i carabinieri, sostenendo, quasi a sua discolpa, di averle dato (a Maria) solo un pugno, niente di grave. «Ho sentito chiaramente queste sue parole. Forse proprio in seguito a quel pugno la donna ha deciso coraggiosamente di avvisare i carabinieri».