Due genitori normalissimi che si presentano piangendo al commissariato di polizia di Monza per denunciare che il fidanzato 21enne della figlia, una studentessa di 15 anni, le vende droga, eroina. Immediatamente scattano le indagini e nella rete, dopo un anno e mezzo, cadono cinque persone, 4 italiani e un tunisino, di Carnate, Villasanta e Monza, tre colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Monza, due denunciati a piede libero. Sono accusati di detenzione e spaccio con l’aggravante, per gli arrestati, dell’aver venduto dosi a clienti minorenni. Ventiquattro quelli accertati, in gran parte under 18, studenti normalissimi della media borghesia con la voglia di sballarsi.
E con l’eroina è certo, ma anche pericolosissimo, soprattutto a quella età. Tanti i ragazzini e le ragazzine finiti in psichiatria, rovinati dagli effetti devastanti della droga, fumata o iniettata, come negli anni Ottanta. E non è un caso che l’operazione gestita dalla Squadra investigativa del Commissariato si chiami “New Brown”: per l’eroina è un ritorno, dagli anni Ottanta e Novanta, appunto, quando veniva chiamata in gergo “caffè” o “marrone”, brown.
Lo spaccio, gestito dai tre arrestati, accertato attraverso appostamenti e intercettazioni telefoniche (i contatti per l’acquisto avvenivano attraverso i telefonini), è avvenuto per la gran parte nei pressi della stazione ferroviaria di Monza di via Arosio: 0,3 grammi di eroina venduti a 10 euro. Niente. Un prezzo stracciato probabilmente per ri-immettere nel mercato uno stupefacente che provoca altissima assuefazione.
Anche la studentessa 15enne inizialmente si riforniva in stazione, poi ha cominciato a farlo direttamente a casa del fidanzato, a Carnate. E i genitori si sono accorti che la figlia stava subendo un decadimento fisico e psicologico sospetto, fino a scoprire al verità. E a prendere il coraggio di denunciare.
Oltre al fidanzato 21enne, in carcere (due a Monza e uno a Lecco), colpiti dalle ordinanze del Gip emesse tra il 3 e il 14 maggio, sono finiti anche i suoi fornitori, un tunisino 46enne e un altro italiano 49enne, di Villasanta, noti alla giustizia per reati specifici.
Altri due soggetti, monzesi, di 27 e 34 anni, sono stati invece denunciati a piede libero in quanto hanno rivestito un ruolo minore, anche se a loro volta avrebbero spacciato cocaina e cannabinoidi, sempre in stazione. A casa di uno i poliziotti hanno trovato e sequestrato una pistola scacciacani, materiale per tagliare la cocaina, un bilancino per pesare lo stupefacente e materiale di confezionamento oltre a una piccola dose di eroina.