E se comprando un pacco di caffè al supermercato si potesse donare un penny alla ristrutturazione di villa Borromeo? Non si tratta di uno scherzo ma di una concreta possibilità che oggi la giunta non ritiene necessaria, ma che in caso di bisogno non esiterebbe ad attivare. In ballo c’è l’ambizioso recupero della villa di delizia e d’altra parte la pratica del crowdfunding, il micro-finanziamento collettivo, ha già dato prove internazionali di sorprendente efficacia.
Se poi non bastasse, c’è sempre la carta Silvio Berlusconi da giocare, il sindaco Rosalba Colombo non lo nega, «Berlusconi ha dato in passato la sua disponibilità a contribuire al milionario restauro in caso di bisogno».
Casi estremi a parte, il progetto della giunta sembra essere piuttosto autonomo e ormai prossimo al decollo. Oltre a una recente delibera di giunta che dà l’avvio al procedimento, c’è anche l’annuncio del sindaco Rosalba Colombo per un grande evento di presentazione alla cittadinanza a marzo. La gara d’appalto potrebbe essere indetta entro il 2015 e i primi ponteggi essere allestiti nel febbraio 2016.
Un parternariato pubblico-privato finanzierebbe l’opera assegnando il rischio d’impresa all’operatore e imponendo al Comune canoni annui da iniziare a pagare nel 2018, con la consegna dell’opera. Il restauro, conservativo al cento per cento, costerebbe tutto compreso circa 18 milioni di euro. Nella cifra però sono contenuti anche i costi di manutenzione ordinaria. Parte delle coperture è già stata trovata (2mila euro con la vendita della Metano Arcore e 500mila con un finanziamento di Arcus) poi c’è il ribasso. Resterebbero 12 milioni da spalmare in rate mensili che il Comune pagherebbe all’operatore con un’uscita di circa 630mila euro all’anno, per 20 anni.
Nel 2018 l’estinzione di un paio di onerosi mutui legati alle scuole di Bernate alleggerirebbe il Comune «in pratica sui bilanci non si sentirebbe», dice il sindaco Rosalba Colombo, «in ogni caso il nostro progetto gestionale ci permetterà di coprire interamente il canone annuo con gli introiti». Gli introiti arriverebbero soprattutto dall’affitto degli spazi. Al piano superiore troverà posto la sede del Parco della Valle del Lambro, «e il prestigio è eccezionale», ma anche un paio di associazioni culturali di rilevanza nazionale. Tutte realtà che pagheranno l’affitto e sulla cui disponibilità effettiva all’insediamento l’amministrazione comunale ha compiuto approfondimenti sostanziali per non avere incognite. Il grosso dei proventi però arriverebbe dall’affitto della splendida sala ovale per matrimoni ed eventi di livello medio-alto come in molte ville e palazzi comunali, la celebre Villa Litta a Lainate, per fare un esempio.
Dietro l’intera operazione potrebbe esserci Italiana Costruzioni, operatore che si è già occupato del recupero della Villa reale di Monza. Da lì è arrivata la proposta che verrà poi inserita in un bando europeo aperto.
Il progetto insomma è grandioso e il sindaco Rosalba Colombo parla chiaro, «cogli l’attimo, anziché stare a guardare la villa che crolla chiedendoti cosa si potrebbe fare». Al suo fianco ci sarebbe l’intera giunta, in testa Fausto Perego, assessore ai Lavori Pubblici. Era il 1976 quando, come assessore al Bilancio, pianificava l’acquisto al Comune di villa Borromeo per una cifra in lire che più o meno equivale a quella oggi richiesta per il restauro.