Anpi Seveso torna sul 25 aprile: “Perché l’Italia è una colonia americana da 70 anni”

La polemica innescata con la Lega risale alle celebrazioni della Liberazione. Torna a parlare la presidente Giulia Spada
Seveso Anpi 25 aprile 2023
Seveso Anpi 25 aprile 2023

Le celebrazioni del 25 aprile di Seveso si erano trasformate in polemica a seguito delle dichiarazioni della presidente del circolo locale di Anpi Giulia Spada («L’Italia è una colonia Usa da 70 anni», finite anche in prima pagina sul Cittadino di sabato 29 aprile) riprese dal segretario della Lega Christian Miotti. Il dibattito acceso ha riguardato il ruolo della Nato in Italia, ruolo che Spada torna a criticare con un nuovo intervento. «Lo spirito della Liberazione, per come lo intendiamo noi, non ha niente a che fare con la ricerca di un padrone, né da est né da ovest», ricorda la presidente di Anpi. «La storia del nostro Paese è fortemente intrecciata a quella degli Alleati, che si vuole precisare, comprendevano anche i sovietici: è anche grazie al loro innegabile aiuto che l’Italia ha potuto riacquistare la dignità sia verso le proprie cittadine e cittadini che nel panorama internazionale. L’Italia fu uno dei pochissimi Paesi che all’indomani della seconda guerra mondiale poté dotarsi in autonomia di una Costituzione, proprio grazie allo sforzo che tutte e tutti prodigarono contro l’occupazione nazifascista. Eppure, il prezzo di questa gratitudine non dovrebbe essere quello della cessione di sovranità territoriale in favore della costruzione di nove basi militari Nato tra cui il Muos in Sicilia e la colonizzazione della Sardegna dove, da 70 anni si prepara e raffina la guerra. Ricordiamo inoltre che il patto Nato è nato nel 1949, a conflitto già finito».

Italia colonia americana?

Giulia Spada, presidente di Anpi Seveso

Anpi Seveso poi parla delle strategie americane: «Gli Stati Uniti d’America hanno perfezionato una strategia militare, in piena guerra fredda, che si chiama Strategic Island Concept che prevede la scelta di luoghi specifici come isole, per piazzare avamposti militari che potessero controllare con facilità dei luoghi caldi nella terraferma. Nella sola Sardegna sono presenti i due maggiori poligoni militari ad uso Nato (Quirra, il più grande d’Europa, 12.700 ettari e Teulada 7.200), oltre a poligoni minori come Capo Frasca e S’Ena Ruggia, l’aeroporto militare di Decimomannu e numerose servitù militari. Basti pensare che a Quirra, dal 1986 al 2003 sono stati sparati quasi 2000 missili anticarro Milan su cui è presente il torio (sostanza cancerogena) che è diventata centrale nel processo che ha nome «Veleni di Quirra». Nel 2001 Antonio Pili, oncologo ed ex sindaco di Villaputzu, uno dei comuni dell’area del poligono, denuncia da medico di base un’anomala quantità di tumori emo linfatici sempre più frequenti a partire dall’inizio degli anni ’90. Nello stesso periodo, un ricercatore del Cnr in visita in Sardegna, raccoglieva dei campioni da muschi, licheni e altri campioni biologici nell’area e determinerà una presenza massiccia di cesio. Nel 1988, ad Escalaplano, un altro paese dell’area, si registra il 23% delle nascite con gravissime malformazioni. Ancora 2006, uno screening della regione Sardegna sullo stato di salute riscontrava un’incidenza di patologie molto simili a quelle che si possono trovare nelle grandi aree industriali, peccato che in quella zona non vi sia nessun polo industriale. Nella sola area di Quirra sono stati registrati decessi per tumori emolinfatici superiori di oltre undici volte alla media regionale, con i casi di leucemie superiori alle 16 volte».

La Sardegna secondo Anpi

Il gruppo si concentra anche sul ruolo attuale geopolitico della Sardegna: «Attualmente l’isola è coinvolta in tre operazioni militari che vedono impegnate le forze Nato e l’Esercito italiano: Mare Aperto, Noble Jump e Joint Stars. Nello specifico questo significa lo sbarco nell’isola di 3000 soldati, più di 700 mezzi militari pesanti, senza contare le portaerei ancorate al porto di Cagliari. La nostra idea di Liberazione dunque è molto lontana dalla spirale di morte e devastazione portata dalla guerra: una guerra che, ribadiamo, abbiamo in casa e che molti sembrano avere dimenticato».