La manualità nel taglio di capelli, come accogliere una cliente, di cosa chiacchierare e poi come massaggiare la cute, come eseguire una piega perfetta.
Luisa ha 69 anni e una diagnosi precoce di Alzheimer. Per una vita è stata titolare di un salone di parrucchiera, è un’attività che la rende orgogliosa e di cui parla spesso.
Così se la sua memoria vacilla su tante cose, non ha perso nulla della sua abilità nel fare.
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Se ne sono accorti al Paese Ritrovato, il primo villaggio Alzheimer realizzato in Italia dove Luisa risiede. Giovedì scorso la psicologa Sonia Pollet, 26 anni, ha chiesto a Luisa di farle un taglio e una piega nel negozio di parrucchiere all’interno del villaggio, normalmente gestito da operatori e volontari.
Luisa ha accettato con entusiasmo.
«È stato tutto estremamente naturale – spiega Sonia – Luisa è stata concentrata e molto precisa. Per un’ora è stato come se la malattia non ci fosse. Durante il tempo passato al salone abbiamo anche chiacchierato come si fa di solito dal parrucchiere: mi ha fatto i complimenti per il colore, mi ha chiesto se avessi dei figli».
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Le immagini di un pomeriggio speciale sono state postate sui social della cooperativa La Meridiana e hanno avuto moltissime visualizzazioni.
«Il numero di visualizzazioni e commenti a questa storia – spiega Marco Fumagalli, vicepresidente di Meridiana e responsabile dei servizi educativi – ci dice che la comunità si meraviglia, si stupisce. Noi lavoriamo perché non ci sia uno stigma a priori verso le persone con diagnosi di Alzheimer, occorre lasciare loro lo spazio affinché possano continuare ad esprimersi».
Luisa lo ha fatto. Ha dimostrato che la sua memoria non ha perso la sicurezza di quei gesti precisi, la ritualità di accogliere una cliente, chiacchierare con lei, ascoltare le sue esigenze e prepararsi ad un taglio.
È tornata per un’ora al suo ruolo di un tempo. «È l’obiettivo del Paese Ritrovato – conclude Fumagalli – un paese con negozi, un cinema, un caffè, una chiesa. Qui le persone con demenza sono libere di fare del proprio tempo e ritrovano una dimensione di socialità che restituisce valore alla loro vita».