Non erano pini marittimi ma robinie, tuttavia la critica a modalità di intervento che non gli sono piaciute è intatta. Luca Colombo, già candidato consigliere nelle fila di Ripartiamo Insieme ed oggi alla guida del movimento Insieme per fare, ha chiuso così la polemica che aveva innescato qualche giorno fa, inerente il taglio di alberi nel perimetro del parco “2 giugno alla Porada” di Seregno, che ha avuto una risonanza notevole anche sul mondo social. «Quando uno sbaglia – ha spiegato – ha il dovere di ammetterlo. Ho sbagliato: non erano pini marittimi, ma robinie. Quindi ricordavo male e mi scuso per questo. Per quanto riguarda il resto, purtroppo, non mi sono invece sbagliato».
Ecco perché: «Ho fatto un ulteriore giro accurato nel parco e vi sono diverse cose che non vanno. Tante piante sono state tagliate senza una ragione, altre che avrebbero dovuto essere tagliate per rischio sono state lasciate sul posto. Rami e sterpaglie varie restano ammassati in più punti, con il pericolo che possano creare problemi. Spero che presto vengano rimossi e prima che arrivi il caldo, perché bisogna evitare che qualche stupido dia loro fuoco. Vi sono poi alberi caduti, lasciati lì da troppo tempo». La chiosa suona come un consiglio: «Rimane il fatto che il parco vada sistemato e che, prima di tagliare delle piante, bisognerebbe pensarci sopra un attimo». Colombo aveva acceso la miccia, accusando l’amministrazione di aver abbattuto senza motivo 13 pini marittimi, di circa 50 anni di età, e lamentando la mancata custodia del patrimonio ambientale ricevuto in eredità dalle generazioni precedenti. Dal canto suo, il sindaco Alberto Rossi aveva chiarito che, appunto, le piante erano robinie, affette da phellinus, un fungo implacabile, e che pertanto la scelta del taglio era stata la sola possibile.