Sembrerebbe appena uscita dal parrucchiere: al collo un filo di perle, orecchini coordinati; unghie laccate, rossetto. Insomma è una vera e propria signora la donna che assaggia il brodo, anzi il “doppio brodo”. Un vero e proprio simbolo, un’icona della casalinga degli inizi anni Sessanta, che comincia a usare i frutti di quei primi anni di boom economico che fanno entrare nelle case degli italiani la lavatrice e il televisore, e magari giù in strada c’è parcheggiata la Seicento.
Ad accompagnare la famiglia italiana c’è la Star, l’azienda alimentare di Agrate Brianza che in quegli anni (e nei decenni successivi) risponde ai nuovi bisogni della donna di casa, che magari ha meno tempo per stare ai fornelli e quindi trova nel dado, nei sughi pronti, nei preparati un valido aiuto in cucina.
Gli inizi
La storia della Star inizia però ben prima, e il 19 giugno l’azienda festeggerà i settant’anni di attività. È il 19 giugno 1948 quando Regolo Fossati e il figlio Danilo fondano la Stabilimenti Alimentari Riuniti, meglio nota come Star, a Muggiò. La leggenda vuole che il nome Star sia anche un omaggio alla moglie di Regolo, Stella.
L’attività iniziale si specializza nella produzione del dado per il brodo, un prodotto pronto perfetto per le “nuove casalinghe” che attraverso le riviste femminili apprendono una cultura domestica nuova. Con gli anni aumenta il benessere, fiorisce il consumismo, la gestione della cucina è improntata sul risparmio di tempo con l’arrivo dei primi elettrodomestici. Partono i primi concorsi a premi e le collezioni di bollini. L’azienda cresce sotto la guida di Danilo.
Gli anni Sessanta e Settanta
Negli anni Sessanta la sede si trasferisce ad Agrate Brianza, in un ampio complesso di ben 240mila metri quadrati, a lato dell’autostrada. Nel frattempo nel paese cresce il consumo di carne e la Star lancia il GranRagù, il primo sugo pronto prodotto industrialmente in Italia. L’azienda dà lavoro a 3.500 persone.
Si evolvono i consumi e i gusti a tavola, Star lancia sul mercato italiano il té in filtri, la camomilla e successivamente una ricca gamma di tisane e infusi.
Negli anni Settanta si impone il modello di vendita dei supermercati e nuovi prodotti marchiati Star si affacciano sugli scaffali: l’olio, l’orzo solubile, la crema di nocciole da spalmare, la passata e la polpa pronta di pomodoro a pezzetti. L’azienda acquisisce anche il marchio Mellin (prodotti per neonati) che sarà ceduto nel 2005. Negli anni Settanta l’azienda viene acquisita dal gruppo pubblico Iri-Sme.
La fine del millennio
Gli anni Ottanta vedono crescere i consumi, anche in chiave edonista e di ricerca di raffinatezze. Star acquisisce il marchio Tigullio e porta sulla tavola di tutti gli italiani il pesto. Negli anni Novanta ci si orienta più sulla praticità e sulla mancanza di tempo, ed ecco arrivare i piatti pronti. In questi anni le privatizzazioni avviate dal governo fanno tornare l’azienda alla Findim, la finanziaria della famiglia del socio fondatore, con a capo Danilo Fossati. A questi, morto improvvisamente nel 1995, succede il figlio Luca, che muore nel disastro aereo di Linate dell’8 ottobre 2001.
Gli spagnoli
Nel 2013 Star viene acquisita dal gruppo spagnolo GBFoods (fatturato da 1000 milioni e 1800 dipendenti nel mondo, dati 2017). I dipendenti scendono agli attuali 290 (200 ad Agrate e 90 negli uffici di Milano). Nel 2018, dopo anni di tagli e di battaglie sindacali, gli spagnoli annunciano il rilancio del sito di Agrate. Nuovi capannoni per 19mila mq dove razionalizzare le produzioni e introdurre la lavorazione del brodo liquido in brick, che sarà a regime entro la fine dell’anno. Dal brodo la Star è nata, col brodo la Star riparte.