Giorno di Santo Stefano: a Carate è sinonimo di Presepe vivente ad Agliate. Ormai alla 43esima edizione, ogni volta si riconferma un’esperienza unica non solo per le oltre 300 persone che orbitano attorno all’organizzazione dell’evento e alla sua realizzazione, ma anche per le centinaia di visitatori che scelgono di avvicinarsi alla Basilica dei Santi Pietro e Paolo e di immergersi nella sacra rappresentazione. Quest’anno ispirato al tema “Credettero per una presenza”, il presepe vivente promosso da Comunione e Liberazione Brianza, comunità pastorale Spirito Santo e Avsi (cui verrà devoluto il ricavato della manifestazione) ha voluto “annunciare che l’invisibile si è fatto visibile. Che Gesù è venuto nel mondo per rendere la nostra vita più bella, più vera”.
Ad accogliere i visitatori, la scena introduttiva che nel 2018 è stata dedicata al Centenario dalla fine della Prima guerra mondiale. «Abbiamo voluto raccontare un fatto incredibile, ma realmente accaduto durante il conflitto»: la cosiddetta “tregua di Natale”, verificatasi nel 1914 quando «il giorno della Vigilia, dalle trincee presidiate dai tedeschi si alzò il canto natalizio Stille Nacht, cui risposero i nemici francesi e scozzesi accompagnati dal sacerdote con la cornamusa» spiega Jacopo Santambrogio, che ha coordinato la scena con Simone Puglia. Da quella scintilla di fraternità, nel giorno di Natale il fuoco cessò.
Proseguendo nel parco della Basilica, si sono potute incontrare tutte le scene tradizionali capaci di intrecciare – con realismo e grande fascino – i momenti cruciali della narrazione evangelica con le ambientazioni e i mestieri antichi della Brianza. Il tutto ha introdotto i presenti alla zona della grotta, posta ai vertici di un dolce pendio (riempito di greggi e accampamenti di pastori) e raggiunta dai Re Magi. A vestire i panni della Sacra famiglia ci hanno pensato Maria Citterio e Pietro Galluzzi (34 anni), con la piccola Caterina di soli 6 mesi.