Aeb-A2a, Il Comune di Seregno non ci sta e fa ricorso al Consiglio di Stato

Il Comune di Seregno ha deciso di presentare ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar che ha bloccato le nozze tra Aeb e A2a.
La sede di Aeb
La sede di Aeb

Come era stato largamente preannunciato, il Comune di Seregno proporrà ricorso al Consiglio di stato contro le tre sentenze che, lo scorso 15 febbraio, il Tar della Regione Lombardia ha pubblicato, annullando la delibera approvata il 20 aprile precedente dal consiglio comunale, che aveva dato mandato al sindaco Alberto Rossi di votare nell’assemblea dei soci di Aeb l’operazione di integrazione societaria con A2A. L’ente comunale si è affidato per questo ad un collegio di legali, composto da Francesco Sciaudone e Flavio Iacovone dello studio Grimaldi Lex di Roma, da Angelo e Paolo Clarizia dello studio Clarizia, sempre di Roma, e da Federico Freni dello studio Quorum, con sede a sua volta nella capitale. L’importo impegnato ammonta a 20mila 935 euro e 20 centesimi lordi, cui vanno aggiunti 2mila 925 euro per i contributi unificati, per un totale di 23mila 860 euro e 20 centesimi.

La novità è maturata in parallelo ad un’interrogazione indirizzata al sindaco Alberto Rossi ed al segretario comunale Alfredo Ricciardi, da discutere prossimamente in consiglio comunale, da parte di Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno e firmatario di uno dei ricorsi accolti dal Tar, che chiede lumi sulla posizione di Loredana Bracchitta, presidente di Aeb e componente del consiglio di amministrazione di Metropolitana Milanese, società partecipata integralmente dal Comune di Milano, che con il Comune di Brescia esercita il controllo su A2A. Mariani ha domandato se sia stata attivata «la procedura prevista dal piano di prevenzione e corruzione di Aeb sulla posizione di Bracchitta, in riferimento al potenziale conflitto di interessi», se siano stati chiesti «pareri in ordine alla posizione di potenziale conflitto di interessi previsto dal codice civile e dal piano di prevenzione della corruzione, visto che sono stati chiesti pareri e consulenze per circa 900mila euro sull’aggregazione», per quale motivo il sindaco non si sia «adoperato per approfondire questa situazione, nonostante sia stata rappresentata in consiglio comunale» ed infine se non si pensa «che un potenziale conflitto di interessi debba essere verificato, in un’operazione da 460 milioni di euro».