Una vita errante, pronta per il suo ultimo viaggio. Monza e la Brianza perdono uno dei personaggio più pittoreschi e caratteristici. Si è spento nei giorni scorsi Giuseppe Galbusera, il clochard di 75 anni che per anni ha trovato casa nelle vie del capoluogo. Senza fissa dimora, aveva vagato per anni tra Monza, Arcore e Lesmo senza nulla. Armato solo del suo fido cappello era facile vederlo tra le panchine del centro storico oppure vicino alla stazione.
Un animo scontroso ma allo stesso tempo buono quello di Galbusera segnato da una vita difficile di chi ha avuto solamente il cielo come tetto sotto il quale rifugiarsi. Sono diverse le vicende che hanno visto protagonista l’uomo, soprattutto negli ultimi anni come ad esempio l’aggressione che aveva subito nel 2018 alla stazione di Arcore a causa della quale aveva rischiato la vita. Oppure l’arresto dello scorso anno con una condanna per 9 mesi per reati verso il Patrimonio, ridotta successivamente a tre per via delle precarie condizioni di salute. Le stesse che avevano portato recentemente al suo ricovero.
“Ciao Sig. Galbusera – ha scritto il consigliere comunale monzese Paolo Piffer – Da lunedì un pezzo della nostra città non c’è più. Non era solo il signore con la barba sempre seduto in piazza Roma, era un simbolo come la Villa Reale, come l’Arengario, come l’autodromo. Rappresentava quella Monza silenziosa che per molti è solo un problema da nascondere sotto il tappeto. Ti osservavo di nascosto da anni ma solo negli ultimi mesi le nostre strade si sono incrociate, e non è stata una relazione facile, come non lo è mai con gli uomini davvero liberi”.
Funerale venerdì alle 10.30 nella chiesa di Regina Pacis a Monza.