Addio a Giovanni Carbonara, firmò il piano di recupero della Villa reale di Monza nel 2001

Addio a Giovanni Carbonara, architetto e figura centrale nel restauro in Italia. A Monza il suo nome è legato al progetto per la Villa reale.
Villa Reale Giovanni Carbonara
Villa Reale Giovanni Carbonara Fabrizio Radaelli

Si è spento all’età di 80 anni Giovanni Carbonara, architetto e figura centrale nel restauro in Italia. Dal 1980 era professore ordinario di Restauro dei monumenti a Roma, direttore della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio. A Monza il suo nome è legato al progetto che porta il suo nome, vincitore del Concorso Internazionale per il restauro di Villa Reale, indetto dalla Giunta guidata da Michele Faglia nel 2001.

Addio a Giovanni Carbonara, la sua idea di recupero della Reggia

Nel 2006, da vincitore del Concorso (dopo aver superato un ricorso al tar del secondo classificato) Giovanni Carbonara aveva raccontato a Il Cittadino la sua idea su Villa Reale: «La vedo come una vecchia signora che ha bisogno di cure, ma occorre somministrarle a piccole dosi, con cautela».

Un purista dunque del restauro che per lui doveva essere critico e conservativo.

«Il nostro progetto si caratterizza per la poca invasività – aveva spiegato – per noi restauro significa tutela del bene e le proposte strutturali e impiantistiche si adattano al monumento storico. Ecco perché la scuola italiana ha saputo conservare al meglio i propri capolavori d’architettura senza stravolgerli».

Addio a Giovanni Carbonara, il ricordo di Marina Rosa

Naturalmente sapeva bene che la Villa doveva trovare un utilizzo: «Non basta conservare i muri-diceva-occorre che la villa riprenda vita. Il miglior modo per conservare un’opera è il suo utilizzo».

Sapeva anche che il restauro di Villa Reale doveva proporre un modello economicamente forte e alcune sue proposte avevano fatto discutere come quella un centro benessere sull’area ex hockey o un hotel di lusso al secondo piano nobile.

Aveva però studiato a fondo la storia della Villa come ricorda Marina Rosa, all’epoca funzionario della Soprintendenza: «Aveva ripreso l’idea di realizzare il passaggio delle dame, un corridoio di passaggio protetto che dalla sala da pranzo portava verso al rotonda dell’Appiani».

«Una persona sempre molto disponibile, alla mano, un vero signore – lo racconta Marina Rosa che collaborò con lui dopo le dimissioni dalla Soprintendenza e l’ingresso nella cabina di regia di Infrastrutture Lombarde per la revisione e il preliminare del progetto – in quel periodo abbiamo creato un bel gruppo di lavoro con cui siamo rimasti in contatto. Alcune idee come quella dell’albergo fu bloccata, ma condivideva l’idea di realizzare un museo della villa nell’ala sud che non si è ancora realizzato».

Addio a Giovanni Carbonara, il suo progetto si fermò alla fase preliminare

Il progetto vincitore si fermò però alla fase preliminare perché poi l’appalto voluto da Regione affidò progettazione e lavori a Italiana Costruzioni che risultò vincitrice dell’appalto.

«Fu dispiaciuto di non aver potuto portare avanti il lavoro – conclude Rosa – ma rimase legato a Monza e accettò di far parte da consulente esterno della squadra che misi in piedi per partecipare al masterplan riunendo tutti coloro che negli anni si erano occupati di villa e giardini. Abbiamo avuto la soddisfazione di essere arrivati primi per l’offerta tecnica».