A Seregno c’è il museo che celebra la Vespa (che la Piaggio non ha)

Marco Fumagalli, imprenditore di 48 anni, ha allestito in un capannone di Seregno un museo che celebra la Vespa: ci sono quasi 300 modelli, diverse le rarità. «Quando trovo una Vespa abbandonata la porto a casa e la faccio tornare nuova», racconta.
Marco Fumagalli con la "fiamma" storica del Vespa club d'Italia di Seregno anni 1950-60 ( foto Volonterio)
Marco Fumagalli con la “fiamma” storica del Vespa club d’Italia di Seregno anni 1950-60 ( foto Volonterio) Paolo Volonterio

Una passione sconfinata per la moto “Vespa”, tanto da creare in un edificio di proprietà, un museo il più importante d’Europa e forse del mondo, che neppure la stessa Piaggio produttrice del mezzo, possiede. Un museo che si estende su una superficie di 1.500 mq., che attira in città, prevalentemente nei fine settimana, pullman di estimatori proveniente da ogni parte dello Stivale e da diverse nazioni del continente (di norma attraverso contatti dei Vespa club).

L’artefice di questo “gioiello”, che custodisce come una preziosa reliquia, è l’industriale seregnese Marco Fumagalli, 48 anni. Tutto è iniziato nel 1991, quando a 19 anni ha acquistato la prima Vespa, dalla locale concessionaria Novara. Un mezzo che era l’opposto degli scooter automatici giapponesi che a quel tempo furoreggiavano.

Da quel giorno tutti i suoi risparmi li ha investiti ad acquistare di volta in volta i pezzi storici e le novità che la casa produttrice di Pontedera metteva e mette sul mercato.

A Seregno c’è il museo che celebra la Vespa (che la Piaggio non ha)
L’infinita gamma di ogni tipo di Vespa collezionate da Fumagalli

“Ma non mi sono limitato a quello – ha detto Marco Fumagalli – ho setacciato tutti i mercatini dell’usato, sia in Italia che all’estero, ho bussato e busso alle porte di tante officine che si occupano di moto e che hanno in qualche angolo recondito una Vespa abbandonata. La porto a casa e la faccio tornare nuova. Tra queste ricerche ho trovato anche un mezzo della prima infornata di Vespa del 1946 che porta il numero di telaio 12 e la verniciatura originale”.

Girovagando per l’Europa e nel mondo, Marco Fumagalli è riuscito a trovare anche le auto Vespa 400 prodotte in Francia per il mercato mondiale, di colore azzurro quella riservata ai transalpini e di colore rosso per il mercato Usa, per non dire delle moto Vespa prodotte all’estero in Germania, Francia e India. Una collezione la sua che annovera dal 1946 ad oggi quasi trecento modelli, sia di produzione italiana che straniera, oltre alle auto.

A Seregno c’è il museo che celebra la Vespa (che la Piaggio non ha)
L’infinita gamma di ogni tipo di Vespa collezionate da Fumagalli

Nel museo Fumagalli, non ci sono solo moto di tutti i colori e auto, ma anche pezzi pregiati come i disegni del primo modello creato da Enrico Piaggio, depositato il 23 aprile 1946 dall’ufficio Mannucci al Ministero industria e commercio e lavoro, sezione ufficio brevetti, marchi e modelli per utilità di Firenze.

La lettera che Enrico Piaggio il 25 marzo 1946 scriveva al suo direttore di stabilimento Francesco Lanzara, in cui riferiva che “i primi esemplari della moto Vespa, esposti alla mostra di Torino ed il campione provato, hanno incontrato l’ammirazione generale, sia come progetto sviluppato da Corradino D’Ascanio che come esecuzione”.

Conservata come una rarità, in quanto non se ne trovano altre, la bandiera a fiamma del “Vespa club d’Italia- Seregno”, molto attivo in città tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Ma anche tanti altri oggetti e fotografie rare.

Del museo Vespa di Fumagalli, si sono occupati negli anni tutte le più importanti riviste di moto del mondo e numerose televisioni hanno dedicato servizi speciali. In occasione del 75mo anniversario della Vespa, ricordato lo scorso 23 aprile, ma in realtà la vera nascita del mezzo è del 24 marzo 1946, Marco Fumagalli, ha scritto alla casa produttrice di poter ricevere il modello celebrativo in colore oro. Quando si visita il museo Vespa, Marco Fumagalli, si trasforma in un formidabile enciclopedico cicerone e spiega con gli occhi lucidi della passione che lo anima.