Un autentico bagno di folla martedì, a Seregno, per Matteo Salvini, intervenuto alla seconda serata della festa promossa dalla sezione locale della Lega Nord. Arrivato da Desio, dove aveva partecipato ad un presidio dopo il recente caso di stupro di una giovane, il segretario federale del Carroccio ha infiammato la platea, alla quale si è concesso a lungo per fotografie ricordo, spaziando a trecentosessanta gradi su tutti gli aspetti che ineriscono l’attualità del mondo politico.
«Sono pronto a governare l’Italia -ha spiegato con uno stile sobrio, con indosso un paio di bermuda decisamente al di fuori dell’etichetta convenzionale-. Sono tre anni che giro la penisola in lungo ed in largo, per dire cosa non va. Adesso c’è bisogno di voi. Noi vogliamo cambiare, vogliamo azionare la ruspa per rimettere in moto il Paese». Il leader leghista ha poi puntato il dito contro Matteo Renzi, numero uno del Partito democratico: «Ad una festa dell’Unità, si è rivolto pochi giorni fa in modo inqualificabile ad una donna che potrebbe essere mia madre, una donna che è stata rovinata dalle banche, invitandola a dire a sua sorella di aver rubato. Ha perso la trebisonda: è nervoso perché ha capito che l’aria è cambiata e non tornerà a fare il premier».
Una stoccata, in tema di accoglienza dei richiedenti asilo, è stata indirizzata anche a Papa Francesco: «Per tutta l’estate hanno cercato di farci litigare. Per carità, lui è il Papa ed io un povero peccatore, che a Messa va due volte l’anno. Lui continua a sostenere che occorre accogliere tutti, ma io gli faccio semplicemente presente che l’Africa intera in Italia non ci sta. Bisogna aiutarli a casa loro, come ho sempre esortato a fare».
Grande fiducia viene riposta nelle prossime tornate elettorali: «Il referendum per l’autonomia della Lombardia del 22 ottobre è una sfida di libertà, che dobbiamo vincere. Allo Stato vogliamo dire che i nostri soldi li vogliamo spendere a casa nostra. Vedo che anche Regioni come la Puglia stanno capendo l’importanza di questo passaggio e ciò mi conforta. Per le politiche, a Silvio Berlusconi ho detto che ci dobbiamo alleare, ma che il programma lo dobbiamo scrivere prima e che ad esempio la legge Fornero va abolita subito. Non voglio poi vedere i vari Alfano, Verdini, Casini e Fini. Anzi, se saremo noi a governare, introdurremo il vincolo di mandato: chi viene eletto in un partito, se lo lascia, va a casa e rinuncia allo stipendio».
Tra le tante esternazioni, non sono mancate anche alcune battute. Una di queste, di stampo calcistico («Il mio Milan vincerà lo scudetto»), ha provocato qualche subbuglio tra gli spettatori, che Salvini ha provato a rintuzzare: «Ma siete tutti interisti? Va bene, dividiamoci su questo, ma non su ciò che più conta».