Pare un’intesa significativa quella che la Provincia Mb ha raggiunto con le “sorelle” di Lecco e Bergamo su partite importanti come la mobilità, il lavoro e l’ambiente. Partite che, con la diffusione del Covid-19 che si dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, ma le tendenze che giungono dal resto d’Europa lo dimostrano chiaramente, sebbene il Governo Draghi preferisca la linea della prudenza) avviare verso la fase endemica, sono assolutamente strategiche. La speranza, ora, è che alla nota diffusa la scorsa settimana dopo un incontro tra i presidenti dei tre enti, che prefigura una strategia comune in termini di pressione politica sulle istituzioni superiori, seguano i fatti.
Tuttavia il segnale lanciato è indubbiamente importante, per lo meno in termini di “geopolitica locale”, per chi sa leggere tra le righe: significa che l’ente chiamato a rappresentare la Brianza monzese intende volgersi con decisione a Nord-Est, verso i “cugini” del Lecchese, “detentori” di buona parte di quelli che sono i confini culturali del territorio brianteo, comunità indissolubile che prescinde dal limes amministrativo, oltre che verso un’altra realtà affine per tessuto socio-economico, come la Bergamasca, per poter influire con maggior decisione sulle questioni che la riguardano. Senza attendere la benedizione dell’onnipotente Milano. E questa, forse, è la cosa più interessante.n