A Renate l’addio alla pediatra Lorena Pozzi: lavorava all’ospedale di Desio

La scorsa settimana il paese si è fermato per il funerale di Lorena Pozzi. Conosciuta e benvoluta da tutti a Renate, così come a Cassago, dove si era trasferita dopo il matrimonio, e a Desio, dove esercitava la professione di pediatra in ospedale.
I funerali a Renate della dottoressa Lorena Pozzi
I funerali a Renate della dottoressa Lorena Pozzi Attilio Pozzi

La scorsa settimana il paese si è fermato. Nella chiesa parrocchiale veniva celebrato dal parroco, don Antonio Bertolaso, il funerale di Lorena Pozzi: moglie, mamma e medico conosciuta e benvoluta da tutti a Renate così come a Cassago dove si era trasferita dopo il matrimonio col marito Giovanni, e a Desio dove esercitava la professione di pediatra in ospedale.

L’omelia è stata affidata al parroco emerito di Renate, don Ezio Castoldi, che nel cortile dell’oratorio Lorena l’aveva vista crescere domenica dopo domenica. «Era una ragazza aperta, cordiale e sorridente – ha detto il parroco – Tutti gli aggettivi positivi che vi possono venire in mente ben si adattano a una sua descrizione».

Si è spenta domenica all’Hospice di Giussano vinta da un male contro cui combatteva da tre anni, lei che di anni ne aveva appena 38.

La pediatra lascia il marito Giovanni, le sue due bambine Rachele ed Emma di nove e sei anni, e i genitori. Per il papà Ercole e la mamma Lina era l’unica amatissima figlia, brava a scuola, studiosa, sempre china sui libri: passione ereditata da papà Ercole che era stato presidente della Commissione Biblioteca.

La laurea in Medicina e la specializzazione in Pediatria le erano costate tanta fatica, ma alla fine era riuscita a realizzare il suo progetto. «Ricordo che sua mamma era preoccupata quando i primi anni dopo la laurea lavorava in ospedale come volontaria in attesa di un lavoro che tardava ad arrivare – ha detto un’amica di famiglia – Ha fatto tanti sacrifici e ora non ha avuto il tempo di raccoglierne i frutti».

Tempo che Lorena Pozzi non ha avuto neanche per tentare la strada di una nuova cura sperimentale al San Raffaele di Milano, avrebbe iniziato ad aprile. Tempo che non ha avuto da passare con le sue bambine, da spendere nelle riunioni scolastiche con gli insegnanti come fanno tutti i genitori.

Martedì il paese si è fermato per darle un ultimo saluto; accanto alla famiglia, gli amici di sempre, i vicini, i colleghi, più di mille persone.