A Lomagna l’Arcivescovo ha pregato per Suor Luisa dell’Orto

Suor Luisa Dell'Orto
Suor Luisa Dell’Orto

Suor Luisa Dell’Orto avrebbe compiuto 65 anni proprio il giorno in cui la sua comunità natale si è riunita per recitare il rosario in suo suffragio, lunedì 27 giugno. La chiesa di Lomagna, stracolma di fedeli, si è unita con l’arcivescovo di Milano, Mario Delphini, per pregare insieme alla famiglia della suora e alle consorelle presenti.

Il tragico evento

I primi indizi sembrano ricondurre a un tentativo di rapina finito male, ma successive indagini hanno virato più su un’esecuzione. Dalle frammentarie ricostruzioni che stanno giungendo da Haiti, Suor Luisa sarebbe stata alla guida della sua auto: la vettura è stata da prima speronata, poi l’uomo, una volta sceso dall’auto, le avrebbe inferto tre o quattro colpi di pistola per poi fuggire. Nessun effetto personale è stato rubato, perciò ogni indizio porta ad un tremendo agguato.

Il rosario in suo onore

“Non so perché sia morta. Se perché ad Haiti non vale niente la vita, se perché la sollecitudine verso i più deboli dava fastidio o se ci sono uomini che uccidono e rubano. – ha spezzato il silenzio, della comunità attonita, Mons Mario Delpini – Credo che lei stasera ci possa dire di essere morta per insegnare a vivere”. 

“Tutto il bene e il bello che lei ha seminato deve diventare un frutto che possa germogliare sempre di più” ha continuato don Andrea Restelli, parroco di Lomagna.

Presenti al rosario le sorelle Maria Adele e Carmen, il fratello Giuseppe, alcune consorelle dell’ordine delle Piccole sorelle del Vangelo fondato da Charles de Foucald, il sindaco di Lomagna Cristina Citterio e numerosi esponenti dell’amministrazione comunale: Maria Grazia Caglio, vicesindaca; il prefetto Sergio Pomponio e il questore di Lecco Alfredo D’Agostino.

“Siamo qui a pregare per l’incomprensibile e proviamo sconcerto di fronte a una morte ingiusta e violenta di una donna umile – ha detto l’arcivescovo – Siamo qui però a raccontare che il bene prosegue sempre nella storia. La storia non la si cambierà con le chiacchiere. La storia non la si cambia con parole banali. Dio si serve degli uomini che accolgono la sua parola. Siamo qui a testimoniare il dolore per una donna uccisa, ma abbiamo la responsabilità di scrivere una storia nuova. Io credo che in quel momento tragico un angelo le sia apparso e le abbia detto di rallegrarsi”. 

Mons Delpini ha raccontato l’attività svolta a Kay Chal, “Casa Carlo”: una comunità riservata ai ragazzi di strada, dove suor Luisa era chiamata l’angelo dei bambini. “Un paese povero, martoriato dagli uragani, dove dilagano corruzione e miseria. Mi ricordo di essere rimasto impressionato dal mio viaggio, di qualche tempo fa: per il livello di desolazione e pericolosità. Dopo la caduta dell’ultimo governo, le bande si sono scatenate: Suor Luisa è andata lì per dire che il Signore Gesù è anche in quei paesi”. 

Ha continuato Delpini: “Non so se esiste una speranza per Haiti, ma se esiste è perché ci sono uomini e donne di buona volontà vicini a questa popolazione disperata. Suor Luisa è andata là per dire che Gesù porta luce anche nei cuori dei cattivi. Sapiente e studiosa, ha testimoniato che c’è un’altra sapienza di cui il mondo ha bisogno, quella che viene dall’alto, da Gesù”.