A Cogliate mancano le materie prime: bloccata la costruzione del nuovo palazzetto

Incredibile a Cogliate, dove la crisi di materie prime da bloccato la costruzione del nuovo palazzetto.
Lo stato del cantiere del futuro palazzetto di Cogliate
Lo stato del cantiere del futuro palazzetto di Cogliate

Manca il legname e non solo quello purtroppo: la crisi delle materie prime mette in difficoltà anche la realizzazione del nuovo palazzetto dello sport di Cogliate. Per ora il comune è costretto ad interrompere il cantiere nell’area delle scuole medie, mentre si cercano soluzioni per sbloccare la questione. «Non abbiamo ancora conferme su come interverranno dai Ministeri in merito all’aumento dei prezzi delle materie prime», spiega il primo cittadino Andrea Basilico. «Ovviamente sono consci della problematica, anche perché si tratta di una difficoltà che riguarda tutta Italia. Ci hanno confermato che a Roma stanno lavorando su un decreto che possa sbloccare eventualmente gli sconti di gara per coprire eventuali maggiori esborsi. Anche se nel nostro caso solamente il costo del tetto è aumentato di 100mila euro a fronte di uno sconto che non raggiunge gli 80mila».

Per quanto riguarda la situazione prettamente cogliatese (un’opera da oltre un milione di euro), il materiale per la copertura è stato ordinato e la consegna prevista è per metà settembre. Il cantiere è fermo. Lo stesso problema c’è anche sul cappotto e su altre componenti che, oltre ad avere un incremento dei prezzi altissimo, hanno anche tempi di consegna lunghissimi. «La situazione però è in pieno divenire, fate conto che quando viene richiesto un preventivo lo stesso rimane valido nemmeno per una settimana, tante sono le fluttuazioni del mercato. In ogni caso siamo abbastanza tranquilli, perché comunque abbiamo accantonato ed evitato di spendere grosse cifre dell’avanzo di amministrazione per essere sicuri di riuscire a sostenere la spesa. Siamo stati cautelativi in fase di redazione del bilancio e abbiamo la disponibilità necessaria. Ovviamente siamo molto dispiaciuti, perché l’opera rischia di essere molto più costosa del previsto, ma siamo anche consapevoli che non è per nostra responsabilità né tanto meno per quella dell’azienda incaricata, bensì una situazione che così è a livello nazionale se non addirittura globale».