Coronavirus, il dirigente del liceo di Seregno:«Leggo poesie al telefono, sono difese immunitarie»

Il dirigente del liceo Parini di Seregno Gianni Trezzi spiega l’iniziativa che ha messo in campo in assenza dei suoi 1.300 studenti e con le aule vuote causa emergenza sanitaria.
I  dirigente del liceo Parini, Gianni Trezzi
I dirigente del liceo Parini, Gianni Trezzi

“Nessun vascello c’è che come un libro, possa portarci in contrade lontane”: con questa citazione di Emily Dickinson, il dirigente scolastico del liceo Parini di Seregno, Gianni Trezzi, che ama definirsi leggistorie, spiega l’iniziativa che ha messo in campo in assenza dei suoi 1.300 studenti e con le aule vuote causa Coronavirus.

«Marzo è il mese della poesia. La poesia è cibo per l’anima, è la cura attraverso il bello – ha spiegato – in quanto sono convinto che anche tramite ciò che nutre l’anima sia possibile alzare le nostre difese immunitarie. Così ho pensato di donare a chi lo desidera delle gemme poetiche e non potendolo fare di persona le leggerò ad alta voce a chi mi chiamerà al telefono al numero 0362-237.221 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14-14.30. Abbiamo di fronte almeno quattro settimane di sosta forzata e ho pensato di allietarle con i libri dei seguenti poeti: la polacca Wislawa Szymborska, in questa settimana che si è conclusa; da lunedì, sarà la volta di Gaio Valerio Catullo; per la terza, ho scelto: Alda Merini. Infine, per l’ultima, Giacomo Leopardi. La poesia che viene letta è scelta attraverso la pratica della bibliomanzia, ovvero aprendo il libro a caso. Confido che questo gioco poetico di resistenza umana possa contribuire ad alzare l’umore di chi vorrà chiamarmi, per aiutare almeno un poco a sconfiggere il nulla che avanza. Non abbiate timore, aspetto le vostre telefonate, e se volete, inoltrate il messaggio ai vostri contatti».

In questa prima settimana l’iniziativa ha già avuto un riscontro più che positivo. «Ho ricevuto una decina di chiamate al giorno – ha detto – un risultato che mi ha sorpreso e nello stesso affascinato, facendomi capire che l’iniziativa può piacere. Tra le telefonate anche quella di una mia studentessa di 4 B, indirizzo economico sociale, Elisa Somaschini, la prima a rompere il ghiaccio, e poi alcune da Torino e una da Breganze in provincia di Vicenza, diversi docenti e colleghi dirigenti».

Poi ha concluso: «È una iniziativa che mi diverte, ma soprattutto in questo periodo di vuoto e silenzio permette di avere contatti con docenti, alunni e di scambiare opinioni. Uno strumento prezioso».