Il risveglio di Meda è tra fango, solidarietà e forza di reazione. I disagi sono ancora lì da smaltire, dopo un giorno e una notte attraversati da apprensione e gravissime ripercussioni sulle strade della città trasformate in fiumi a causa dell’alluvione che dal mattino di lunedì 22 settembre ha generato il caos. Il lavoro incessante nella notte ha ridato la corrente elettrica a quasi 6mila utenze delle 8mila che alla sera di lunedì erano ancora scollegate a causa del vasto black out causato dall’allagamento della cabina primaria di Enel. Martedì mattina ne restavano da ripristinare 2.200.
Alle spalle le ore più critiche della giornata, nel primo pomeriggio di lunedì mezzi e uomini delle forze di soccorso hanno provveduto a rispondere alle numerose chiamate di emergenza lanciate da cittadini, aziende, uffici, proprietà pubbliche e private, mentre molti degli edifici pubblici sono finiti sott’acqua, dalle scuole al municipio. Un nubifragio di proporzioni eccezionali (definito “apocalittico” dal primo cittadino di Meda) ha stravolto la quotidianità della città, mandando in tilt centralini e telefoni rendendo complicate se non addirittura impossibili le comunicazioni.

Maltempo e allagamenti, Meda il giorno dopo: i tecnici del Gruppo Enel al lavoro
Martedì 23 settembre le scuole di ogni ordine e grado sono rimaste chiuse per ordinanza del sindaco Luca Santambrogio, costantemente in contatto con prefettura e la cabina di regia attivata per le operazioni di messa in sicurezza, che invita la cittadinanza a rimanere in casa martedì 23 settembre e evitando spostamenti non necessari.
L’esondazione del torrente Tarò ha allagato la città: abitazioni, campi, ferrovia sono finite sott’acqua. Al PalaMeda è stato allestito un punto di primo ricovero. Il Gruppo Enel, che gestisce la rete di media e bassa tensione, ha fatto sapere che nella tarda serata di lunedì 22 settembre, con l’abbassarsi del livello dell’acqua, i tecnici di E- Distribuzione sono riusciti a svuotare alcune delle cabine elettriche allagate, ripulire dal fango, asciugare e rimettere in servizio, arrivando alle 2 di notte con 2.200 clienti disalimentati.
Le attività sono proseguite anche in notturna con l’arrivo di gruppi elettrogeni di grossa taglia. Le tempistiche di ripresa dipenderanno dalla possibilità di accedere agli impianti in sicurezza e dalla condizioni degli stessi. Intanto, i medesi colpiti dalla virulenza di fango e acqua si rimboccano le maniche, dando una grande testimonianza di solidarietà di vicinato.
Maltempo e allagamenti, Meda il giorno dopo: la catena di solidarietà
In città è partita un’iniziativa di volontariato per offrire supporto in piccoli lavori come sgomberi cantine, trasporti manuali e attività simili: per richiedere aiuto basta inviare al numero 345 7112105 un sms indicando nome e cognome, via di Meda interessata. Chi volesse unirsi alla catena di solidarietà, può inviare sms con la scritta “voglio aiutare” allo stesso numero di telefono. Un esempio di come la comunità stia rispondendo al dramma vissuto nella giornata di lunedì. La città di Meda è in ginocchio, ma cerca di rialzarsi in fretta.
Il Comune fa sapere che la Medateca resterà chiusa per la giornata di martedì e che i servizi saranno riattivati con il ripristino dell’energia elettrica e garantite le condizioni di sicurezza. I cittadini spalano fango e ripuliscono androni, cantine e abitazioni, con uno sguardo fisso al cielo che, purtroppo, minaccia ancora pioggia.