Metropolitana M5 a Monza, il piano di Salvini: tagliare tre fermate

Il piano del ministro Salvini nell'incontro coi sindaci per il prolungamento della metropolitana M5 a Monza: 400 milioni e taglio di tre fermate in città.
Matteo Salvini
Matteo Salvini

Tanto tuonò che piovve. Anzi per Monza e Brianza sarà un temporale con grandine. Per il grande incontro di giovedì mattina con tema metropolitana, il protagonista sarà il “pennarello rosso” di Matteo Salvini. Il ministro delle Infrastrutture, con tanto di mappa srotolata sul tavolo ed evidenziatore in mano, riceverà in pompa magna i sindaci di Milano, Monza, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo. Ma ha già deciso. Ai sindaci toccherà bere la cicuta. Oggetto la futura metropolitana M5 verso nord del capoluogo.

Metropolitana M5 a Monza, il piano di Salvini: 400 milioni e tre fermate in meno in città

Il Cittadino ha già potuto leggere la nota riservata che i collaboratori del ministro gli hanno preparato per l’incontro. Per contenere i costi taglio di tre fermate a Monza. Soldi? Quattrocento milioni, prendere o lasciare. Non un euro di più. Niente suspense, ecco cosa dirà il vicepremier.

Metropolitana M5 a Monza, il piano di Salvini: saltano le stazioni in piazza Trento Trieste, Villa Reale e via Marsala

Con tono grave, ma rassicurante, stile papà che annuncia che le vacanze si fanno, ma in campeggio sotto casa. Salvini spiegherà che la metropolitana si farà, certo. Però con una piccola dieta: quattro fermate in meno. E indovinate un po’? Tre sono a Monza. Tagli chirurgici: addio a piazza Trento e Trieste, Villa Reale e via Marsala. A nord di Milano salta una stazione ancora da precisare, ma i monzesi tengano duro: le panchine ci sono anche in centro. Il motivo? Il solito. Costi da contenere, tempi da accorciare, soldi che non ci sono (o che si preferisce spendere altrove). E allora via di cesoie sul progetto, sperando che nessuno si accorga che si tratta ormai più di una funicolare lunga che di una metropolitana completa. I sindaci ascolteranno, tra un sospiro e un “faremo comunque la nostra parte”, mentre i pendolari si preparano a nuove camminate zen da una zona all’altra della città.

Metropolitana M5 a Monza, il piano di Salvini: l’opinione pubblica storce il naso

Perché a Monza si sogna in grande, ma si arriva in fermata… col fiato corto. Intanto, nella curva nord dell’opinione pubblica, l’umore è teso. Ci si sente un po’ presi in giro. Come quelli che ordinano un panino gourmet e ricevono solo il tovagliolo. Ma il Ministro rassicurerà tutti: “Tagliamo oggi per correre domani!”. Peccato che la sensazione sia più “stiamo tagliando oggi… e basta”.

Morale: la metro sarà pure automatica, ma le promesse sembrano ancora a trazione posteriore. E mentre al Ministero si discute con cartelline e slide, sul territorio il sarcasmo corre più veloce della talpa scavatrice. C’è chi propone di sostituire le fermate tagliate con un trenino turistico, chi si offre di prestare il monopattino al sindaco, e chi, romanticamente, spera in un tapis roulant fino a Milano. Del resto, si sa: a furia di rimandare la metro, ci arriveremo prima con l’archeologia che con l’ingegneria. Ma niente paura: a ogni conferenza stampa, la linea M5 si allunga di parole, se non di binari. E così, tra un rendering e l’altro, continuiamo a sognare. E a camminare. Del resto il dilemma è sempre quello: arriverà prima il treno o l’unicorno?

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.