Monza, la pace colpisce ancora (col pennarello indelebile)

I nuovi eroi dell'antimilitarismo spiegano che la loro è un'azione “simbolica”. Peccato che l’unico simbolo rimasto sia quello del degrado

Blitz artistico-pacifista all’Arengario, monumento storico simbolo della città di Monza. Un gruppo di paladini della pace ha pensato bene di combattere la guerra con l’unica arma che conosce: la bomboletta spray. Obiettivo? Lasciare messaggi contro la guerra, imbrattando un edificio che da secoli resisteva a tutto, tranne che ai vandali con buone intenzioni.

I nuovi eroi dell’antimilitarismo spiegano che la loro è un’azione “simbolica”. Peccato che l’unico simbolo rimasto sia quello del degrado. Pare infatti che colpire un monumento serva a risvegliare le coscienze. In realtà ha solo risvegliato i restauratori e gli addetti alla pulizia.

“Pace sì, ma solo dopo aver dichiarato guerra al decoro urbano,” ha commentato un passante che, come molti, ha confuso la scritta “no war” con “no brain”. I difensori della pace sembrano convinti che l’Arengario fosse una base militare camuffata, o forse una sala comando della NATO nascosta sotto le fondamenta medievali.

Intanto, si vocifera che il prossimo obiettivo sia la Reggia di Monza: perché nulla dice “stop alle bombe” come scriverlo sopra un affresco del Settecento.