Vefer: “Una sconfitta per Lissone e per tutto il territorio”

La posizione ufficiale dell'azienda: "Tutto è avvenuto nel rispetto delle regole e dei cittadini"

«Una sconfitta per il territorio a livello economico e occupazionale. C’è ben poco da esultare. Siamo comunque felici di apprendere che dopo questa sentenza la Giunta di Lissone inizierà a lavorare più serenamente nell’interesse dei propri cittadini e, speriamo, anche delle sue aziende del territorio». Anche la Vefer fa sentire la sua voce con una nota dopo la sentenza del Consiglio di Stato. «La società Sofim Spa (la cui proprietà è la medesima dell’azienda Vefer ) – spiega – è proprietaria dal 1999 del terreno posto all’angolo tra le vie Santa Margherita e Toti, acquistato per lo sviluppo del sito produttivo principale di via Martiri della Libertà, come previsto dal piano regolatore.

Nel 2004 il Comune ha richiesto alla società Vefer di non realizzare il fabbricato industriale di oltre 16mila metri quadrati in quanto intenzionato a trasformare l’area in comparto residenziale. L’accordo prevedeva la possibilità per Vefer di posizionare provvisoriamente padiglioni per ampliare l’attività produttiva e, in caso di mancata realizzazione dell’insediamento residenziale, di dar corso all’insediamento produttivo».Vefer ricorda l’esito: «Solo dopo nove anni, a causa di lungaggini burocratiche, è stato adottato il piano attuativo residenziale, bloccato appena una settimana dopo dal Comune stesso che ha inserito tutte le aree in ambiti agricoli strategici. Ha annullato la capacità edificatoria di un terreno acquistato per aumentare la produzione e, di conseguenza, i posti di lavoro».

Vefer e Sofim si sono rivolte alla giustizia amministrativa. «Il giudizio risarcitorio proposto – precisa – era tutt’altro che infondato . Le iniziative assunte nei confronti del Comune sono state proposte senza voler creare alcun pregiudizio ai cittadini. In attesa di valutazioni con i legali, resta ancora aperta la partita relativa alla restituzione di 27.500 euro versati dalla società quale valore delle aree a standard, di circa 11mila metri quadrati, cedute gratuitamente al Comune in attuazione della convenzione e mai restituita dal Comune»