C’erano alcuni ciclisti che hanno partecipato alla Bicistaffetta da Lecco a Milano (nelle foto di Fabrizio Radaelli) in ricordo dei partigiani, gli esponenti del Movimento Scout Adulti, alcuni ospiti del residence Sant’Andrea tra i monzesi che, con i rappresentanti delle associazioni partigiane e quelle d’arma, delle istituzioni e delle forze dell’ordine hanno celebrato il 25 Aprile in piazza Trento e Trieste. Qualcuno ha portato le bandiere dell’Ucraina, di Azione, di +Europa e dell’Unione Europea mentre alle finestre che si affacciano sul monumento ai Caduti il Tricolore non si è visto.


«La nostra città sta dando una bellissima testimonianza» ha affermato il sindaco Paolo Pilotto che, rivolto ai giovani, ha aggiunto: «Siete la risposta sorridente a chi vi giudica preventivamente. Siete la bellezza del presente e la possibilità di costruire insieme il futuro». La lotta di Liberazione, ha ricordato citando Giorgio La Pira, è stata la rivolta legittima ai delitti contro la coscienza umana: «La festa di oggi – ha riflettuto – ha alle spalle il dolore della prevaricazione e la consapevolezza che la nostra libertà è il frutto del sacrificio di molti» che sono morti certi che non sarebbe stato «per niente».

Dalla Resistenza sono scaturite la Repubblica, la Costituzione, il ritorno dell’Italia «nel contesto delle nazioni che contribuiscono allo sviluppo civile» e, successivamente, il suo ruolo nella fondazione dell’Unione Europea. «Andiamo avanti con fiducia – ha esortato – dando spazio anche a chi pronuncia parole profetiche come ha fatto papa Francesco». «I nostri tempi sono complessi – ha proseguito Pilotto – e talvolta si sentono parole sbagliate, tentazioni di autoritarismo che presentano soluzioni immediate mentre la democrazia richiede tempo, ascolto e conciliazione: i frutti dell’autoritarismo, però, sono i soprusi e il dolore. Dobbiamo amare e coltivare la libertà, assumendocene la responsabilità».
Francesco, con il suo invito ai giovani a credere nella cultura dell’abbraccio, è stato ricordato anche dal consigliere provinciale Giuseppe Azzarello: «I valori della Resistenza – ha detto – rivivono nell’impegno per la giustizia sociale e nella lotta contro l’odio e l’intolleranza».
«I diritti conquistati non sono per sempre – ha ammonito Emanuela Manco dell’Anpi – dobbiamo vigilare, conoscere la storia per capire come mai un manipolo di persone tenne in scacco un paese e come mai ci fu chi si ribellò al fascismo» consapevole dei rischi che correva. Anche oggi non dobbiamo voltarci davanti alle ingiustizie: dobbiamo essere degni di chi» in modo trasversale ha partecipato alla Resistenza, con e senza armi. La presidente onoraria dell’associazione Rosella Stucchi ha testimoniato con le parole del papà Giovanni Battista, comandante della Repubblica dell’Ossola, la crescita delle formazioni partigiane di massa.
«I partigiani erano ragazzi come me e adulti come voi che hanno lottato per liberare il Paese e successivamente loro stessi» ha commentato Matilde Calabrese della scuola media Leonardo da Vinci mentre secondo il suo compagno Lorenzo Galimberti nelle nazioni in guerra la pace può essere riportata senza combattere, «con la forza delle nostre idee e non con quella dei cannoni e dei missili».
Nella lotta di Liberazione erano vivi gli ideali risorgimentali come ha spiegato Leonardo Canesi della Federazione italiana associazioni partigiane in un intervento talmente lungo che ha convinto Pilotto a sfrondare il suo.