La Provincia di Monza: “Care aziende, riforestate in Brianza”

L'ente istituisce un fondo per la transizione ecologica e lancia un appello ai privati per sostenere l'impegno per l'ambiente sul territorio.
Piantumazione 953 alberi Parco di Monza
Piantumazione di 953 alberi Parco di Monza

Il territorio brianzolo continua a credere nell’importanza della sostenibilità ambientale e lo ha dimostrato venerdì 31 gennaio, nella seconda giornata della quinta edizione del Brianza Restart organizzata dalla Provincia. L’ente di via Grigna ha confermato l’intenzione di fare da raccordo anche in questo ambito: «Il 26 giugno – ha ricordato il presidente Luca Santambrogio – abbiamo proposto la costituzione di un fondo per finanziare progetti di forestazione urbana e transizione energetica». La Provincia, ha aggiunto la consigliera delegata Marina Romanò, si propone come facilitatore del dialogo tra professionisti e imprese per favorire il varo di azioni concrete. Via Grigna, ha spiegato il dirigente del settore ambiente Fabio Fabbri, proverà a cercare le «convergenze» tra i vari attori e i comuni: lo farà a partire dalla variante al piano di coordinamento urbanistico che sarà redatta nei prossimi mesi ma anche provando a convincere gli imprenditori a investire in Brianza, e non magari in Amazzonia, le risorse per la mitigazione climatica.

La Provincia di Monza: un fondo per la transizione ecologica

«Intendiamo creare un fondo per i servizi ecosistemici alimentato dai finanziamenti regionali – ha detto – quest’anno lo destineremo al ripristino della ciclabile interrotta da una frana a Cornate d’Adda e vorremmo che anche le aziende intervenissero». Qualche indicazione sulle modalità con cui i privati potrebbero contribuire alla riqualificazione del territorio è arrivata dai parchi: «La scomparsa dei prati costituisce l’emergenza ecologica maggiore – ha dichiarato la direttrice del Pane Anna Mazzoleni – stiamo preparando un album di proposte progettuali che comprenda le riforestazioni, il miglioramento dei sentieri e la riqualificazione delle zone umide che le aziende potrebbero sostenere con i fondi compensativi».

La Asst Brianza, ha aggiunto, finanzierà il recupero di nove ettari di bosco all’ex sanatorio di Ornago mentre la Stihl curerà la riapertura di un percorso ostruito dalla boscaglia. «Abbiamo un catalogo di progetti modulabili che vanno da poche migliaia di euro a svariati milioni – ha illustrato il direttore del Grubria Francesco Occhiuto – dalle nostre parti la creazione di un ettaro di bosco può costare fino a 300.000 euro. Nei terreni incolti si potrebbero avviare filiere agricole con cui fornire scuole e rsa mentre i giardini delle imprese potrebbero essere trasformati in zone umide».

All’incontro hanno partecipato i rappresentanti dell’ordine degli architetti, di Assolombarda e di parecchie società impegnate sul fronte della sostenibilità tra cui Agrati, Caimi Sapio, St Microelectronics e Sthil.