Tortu: «Lo sport ha bisogno di una rivoluzione culturale che parta dalla scuola»

Filippo Tortu protagonista dell'ultima puntata delle Iene in onda su Italia 1 con un monologo sullo sport.
Atletica Filippo Tortu Le Iene
Atletica Filippo Tortu Le Iene

Una rivoluzione culturale nello sport deve partire dalle scuole. Perché insegnare lo sport è una sfida che si vince non solo quando un ragazzo diventa un atleta professionista, ma quando diventa un essere umano migliore”.

L’ha detto Filippo Tortu a cui la redazione delle Iene ha affidato il monologo dell’ultima puntata andata in onda su Italia 1. Parole che il campione olimpico della 4×100, e argento mondiale, ha pesato come in un’intervista post gara. Accendendo i riflettori su un argomento che pesa tantissimo: trasformare l’educazione fisica in una educazione sportiva.

Tortu: “Raccontare le grandi imprese per emozionare e trasmettere i valori”

In questi giorni si è parlato molto dei valori e della formazione degli atleti professionisti – ha detto il brianzolo delle Fiamme Gialle Io credo che una rivoluzione culturale nello sport debba ripartire dalle scuole, dove l’educazione fisica spesso è concepita come l’occasione per giocare con un pallone oppure per ripassare per l’interrogazione dell’ora successiva”.

E poi: “Io mi sono innamorato dell’atletica grazie a un documentario sulla vittoria di Livio Berruti nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma del 1960. Credo che mostrare e raccontare ai ragazzi le grandi imprese sportive del nostro passato possa essere il primo passo per emozionare e trasmettere i veri valori dello sport”.

Tortu: “Insegnare lo sport è una sfida”

Lo sport fa stare in salute sicuramente, ma va messo al centro delle nostre vite e dei programmi scolastici per tante altre ragioni – ha continuato l’atleta classe ’98, diplomato al liceo scientifico a Monza e studente universitario – Perché ti porta fuori dalla tua comfort zone e ti costringe ad affrontare i tuoi limiti; ti insegna a mantenere la calma sotto pressione, a prenderti le tue responsabilità, a esserci per gli altri, a rispettare loro e le regole, tutte lezioni che ti porti dietro a vita”.

Infine: “Qualcuno dirà che è difficile, che mancano le strutture e i fondi, ma questo cambiamento da qualche parte deve pur iniziare. Perché insegnare lo sport è una sfida che si vince non solo quando un ragazzo diventa un atleta professionista, ma quando diventa un essere umano migliore. Solo allora si vince tutti, per davvero”.

L'autore

Primo articolo sul Cittadino nell’ottobre ’95, tema: l’atletica leggera. Giornalista professionista dal 2003, redattrice dal 2006: alla guida dell’informazione online della testata che ha fatto la storia di Monza e Brianza. Scrivo di tutto, ma preferisco storie, sport (quelli che vengono definiti “altri”), musica e le curiosità. Chi vuole trovarmi mi cerchi pure al Forum quando gioca l’Olimpia. Insieme a mio figlio. Tradizione di famiglia.

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