«In relazione all’oggetto ed alla mia precedente del 19 settembre 2022, avendo ricevuto ordinanza ingiuntiva in materia di rifiuti di pagamento della somma di 167 euro e 50 centesimi per abbandono di rifiuti, intimo a questo Comune di voler immediatamente sospendere tale richiesta, per completa violazione dell’articolo 39 del regolamento rifiuti e per mancata osservanza del medesimo». È l’incipit della lettera di contestazione, inviata al corpo della polizia locale di Seregno, al sindaco Alberto Rossi ed alla procura della Repubblica di Monza, scritta da Luca Colombo, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, a seguito dell’ordinanza ingiuntiva emessa nei suoi confronti in settimana, per il pagamento di una sanzione seguita al ritrovamento in autunno in via Marconi di un sacco di rifiuti abbandonato, con all’interno materiale a lui riconducibile.
Sanzione: Colombo ricostruisce l’accaduto
«Abito in via dell’oca -ha commentato Colombo-, dall’altra parte della città, ed è impensabile che possa abbandonare un sacco in via Marconi, a pochi metri dal comando della polizia locale. Se l’avessi fatto, sarei uno stupido. Probabilmente sono stato vittima di un dispetto, poiché la corrispondenza bancaria nel sacco stesso era davvero mia: qualcuno potrebbe essersene impadronito per mettermi in cattiva luce, viste le mie battaglie in tema ambientale». Ma la contestazione non verte su questo punto: «La polizia locale ha applicato una norma del regolamento di polizia urbana, arrivando subito alla sanzione, mentre avrebbe dovuto applicare il regolamento rifiuti, che prevede che inizialmente ci si limiti alla diffida. Questo, in mancanza di prove a carico dell’indiziato, configura a mio avviso il reato di estorsione. L’accaduto è indice di irresponsabilità del pubblico ufficiale, oltre che di completa mancanza di integrità professionale. Adesso ricorrerò al giudice di pace».
Sanzione: la replica della polizia locale
Sul tema, pronta è stata la replica di Giovanni Dongiovanni, comandante della polizia locale: «Colombo è stato sanzionato perché, a poche decine di metri dalla sua attività commerciale, era stato trovato un sacco contenente rifiuti e, tra questi, documenti riconducibili inequivocabilmente a lui e da lui stesso successivamente riconosciuti. Ha chiesto quindi l’annullamento della sanzione, argomentando che qualcuno gli aveva sottratto i documenti e poi li aveva abbandonati. Di tale argomentazione, non ha fornito riscontri oggettivi, né ha prodotto comportamenti conseguenti. Ad esempio, non risulta che abbia presentato una denuncia per la sottrazione dei materiali. In assenza di elementi oggettivi nuovi, non si poteva procedere all’annullamento del verbale, ferma restando la facoltà dell’interessato di ricorrere al giudice di pace».