1. Lo Statuto dà l’imprinting alle istituzioni, fissa la loro impostazione e fornisce l’indicazione di quel che devono essere. Io fonderei la Provincia della Brianza sulla sussidiarietà e sulla collaborazione con i comuni, per questo sono favorevole al mantenimento dell’Assemblea dei sindaci. Credo che una giunta ottimale debba essere composta da otto assessori. Sì a un ente snello, concreto e no alla sua abolizione: è l’ultima cosa che vorrei vedere dopo aver lottato tanto per la sua nascita.
2. La parola d’ordine della pianificazione deve essere omogeneità. In Brianza c’è una fortissima densità abitativa accanto a tanto verde: occorre quindi una programmazione del territorio che eviti che aree industriali confinino con altre residenziali. Il Ptcp è dunque uno strumento importantissimo che deve essere definito subito. Non credo occorra molto tempo per riuscirci, dato che è sufficiente modificare quello preparato dalla Provincia di Milano. Contemporaneamente si può cominciare a lavorare sul versante della tutela dell’ambiente con il coordinamento e il rimboscimento dei parchi delle Groane e della Valle del Lambro e con il sostegno alle biotecnologie nell’edilizia.
3. La Provincia deve essere in grado di fornire proposte coraggiose in quanto non sappiamo quando terminerà la crisi che, molto probabilmente, sarà seguita dalla svalutazione e dall’inflazione. Si deve pensare a incentivi per la trasformazione delle imprese dato che il 75% di quanto si produceva in Occidente è stato trasferito in Oriente. Il nostro ente dovrà creare un fondo di rotazione per le piccole e medie aziende: le risorse necessarie potrebbero arrivare da una attenta politica sulla tassa di registrazione dei veicoli, che viene incamerata dalle province. Oggi quasi tutte le grandi società di noleggio auto immatricolano a Roma in quanto là la tassa è più bassa che a Milano: se la Brianza fissasse una cifra di poco inferiore a quella richiesta nella capitale richiamerebbe gli operatori che porterebbero nelle sue casse centinaia di migliaia di euro l’anno che potrebbero essere ridistribuiti sul territorio.
4. Gli amministratori del nuovo ente dovranno arrivare a una sintesi tra la preparazione scolastica e quella richiesta dal mondo del lavoro.
5. Noi non abbiamo preclusioni nei confronti né del centrodestra, né del centrosinistra. In caso di ballottaggio ci confronteremo sui programmi e sulle modalità con cui saranno realizzati e poi decideremo con responsabilità cosa fare. Se l’Udc fosse a caccia di poltrone non avrebbe scelto di correre da sola al primo turno con l’unico appoggio della lista civica Gente di Brianza.