Ciclismo, la Coppa Agostoni va a Rebellin: a Lissone vince davanti a Nibali

FOTO - VIDEO Arrivo e podio - Sul traguardo di Lissone vince Davide Rebellin davanti a Vincenzo Nibali e a Niccolò Bonifazio. È l’epilogo della Coppa Agostoni numero 69 corsa in una giornata grigia e puntellata di pioggia. Partita davanti alla Villa reale di Monza dopo un minuto di silenzio in ricordo di Giorgio Albani.
Lissone, il podio della Coppa Agostoni
Lissone, il podio della Coppa Agostoni Gianni Radaelli

Sul traguardo di Lissone vince Davide Rebellin davanti a Vincenzo Nibali e a Niccolò Bonifazio. È l’epilogo della Coppa Agostoni numero 69 corsa in una giornata grigia e puntellata di pioggia. Partita davanti alla Villa reale di Monza dopo un minuto di silenzio in ricordo di Giorgio Albani, l’ex presidente del Pedale Monzese. Il professore del ciclismo scomparso alla fine di luglio. Con 193 ciclisti al via, due in più dell’anno scorso, e tanta attesa per i prossimi mondiali in programma negli Stati Uniti.


LEGGI Ciclismo, la Coppa Agostoni va a Rebellin: a Lissone vince davanti a Nibali

Ma i numeri non spiegano bene il richiamo di una Coppa Agostoni che proprio come l’anno passato aspetta settembre per sfidare Colle Brianza e Lissolo, lasciandosi dietro 198 chilometri e spicci per arrivare nel cuore di Lissone. In tanti, tantissimi, anche quest’anno hanno tributato gli onori a una gara che si prende un doppio bagno di folla, tra la partenza in Villa Reale e il precedente ritrovo lissonese in Cleaf, e un meno gradito bagno di pioggia. Che martella insistente tutta la prima parte di gara e gli umori dei corridori al via. Non per niente la maglia rossa del Giro d’Italia, il muggiorese Giacomo Nizzolo, prima del via storce il naso: «Questa pioggia proprio non mi piace, ma darò il massimo perché è la corsa di casa e c’è tanta gente a sostenermi».

GUARDA La partenza alla Villa reale di Monza e le interviste ai sindaci

Tra i più applauditi al via, in effetti, c’è proprio lui. Con il suo fan club al seguito ruba in parte la scena a Vincenzo Nibali, osannato e caricato di aspettative da tifosi e commissario tecnico. Davide Cassani è lì, il giorno dopo aver diramato i 14 preconvocati per i Mondiali di Richmond, a fine mese. Un altro grande ex Azzurro come Marino Vigna gli è accanto. Nella rosa ci sono Nibali, appunto, ma anche Nizzolo. A partire per la Virginia saranno però solo in 11, 9 i titolari. La Coppa Agostoni quindi si merita dunque un ulteriore stella al petto, nella collocazione settembrina già sperimentata lo scorso anno.

Ci sono meno bambini di 12 mesi fa, con le scuole che hanno già suonato la prima campanella, ma la gimcana dei 193 partenti tra i tanti tifosi accorsi a Lissone conferma che sì, la Agostoni è un appuntamento irrinunciabile per molti. Almeno al via, perché in corsa, come previsto alla vigilia, la pioggia e l’impegno dell’indomani alla Bernocchi hanno consigliato prudenza . Una scivolata via l’altra, con il gruppo che arriva ad attardarsi sino ai 4 minuti rispetto a di sette fuoriusciti.

Là davanti non ci si annoia e tra i continui attacchi ci prova anche Vincenzo Nibali, a mettersi in mostra. Ma terminate le salite del circuito con Bevera, Colle Brianza e Lissolo, a tirare il gruppo per ricucire coi fuggitivi ci hanno pensato Csf Bardiani e Southeast prima, Nazionale e Lampre Merida poi. Tanto che a poche migliaia di metri dall’arrivo si viaggia a ranghi compatti, con una caduta che spezza il ritmo e le strategie dei velocisti. Ci ha provato di nuovo Nibali, allungando e facendosi poi riprendere da Davide Rebellin. Alla volata finale è poi proprio il capitano della Ccc a tagliare per primo il traguardo, superando il corridore dell’Astana e il collega della Lampre. Per Rebellin un successo che smentisce le sue stesse parole, poco prima del via: «Il percorso è esigente e impegnativo – ha spiegato l’eterno corridore veronese, 44 anni – C’è troppa pianura tra l’ultima saluta e l’arrivo, prevedo dei ricongiungimenti. Ma a fare la selezione potrà essere anche il tempo».

Quello meteorologico, certo, ma non quello anagrafico. Perché per Rebellin quello non passa. E gli consegna una Coppa Agostoni 24 anni dopo quell’oro ai Giochi del Mediterraneo che diedero il via alla sua carriera senza fine.