Ciclismo, il Giro entra nel parco Monza e la Brianza protagoniste

Il Giro d’Italia di ciclismo a Monza, nel parco recintato più grande d’Europa. Quella del 25 maggio sarà una delle tappe più attese: i ciclisti transiteranno per viale Battisti, viale Brianza e quindi nel parco, in viale Cavriga. Due chilometri e 200 metri, poi destinazione Villasanta.
Il Giro d’Italia atteso a Monza, nel Parco
Il Giro d’Italia atteso a Monza, nel Parco

Ci mettono le gambe, ma anche la testa. Il cuore, ovvio. Poi anche la faccia e la voce. Che sia quella di urlo strozzato sul traguardo, quella di una radio in ammiraglia e quella di un consiglio dopo lo striscione. Tre stili, tre ruoli, tre nomi. Per un solo percorso, quello disegnato dal Giro d’Italia che parte, tra una settimana esatta. Belfast e Dublino, certo, la corsa rosa è comunque tricolore. Di più, brianzola, in questa vigilia. Quella che attende il 25 maggio e il transito del gruppo nella Valdengo-Plan di Montecampione, 217 chilometri di cui 18 e mezzo, sul finale, con una pendenza massima al 12 per cento. Tappa dedicata a Marco Pantani, sottofondo di Brianza. Da Limbiate a Varedo e Nova Milanese, sino a Muggiò e Monza. Poi Concorezzo e via in direzione Trezzo. Strade, storia e fascino. Ma volti, innanzitutto. Come quello di Stefano Allocchio, vicedirettore di corsa, cesanese d’adozione.

“Stiamo già lavorando al Giro 2015 e sì, confermo che Monza, Lissone e Desio hanno fatto pervenire una richiesta per un arrivo di tappa. Certo la candidatura di Milano, nell’anno dell’Expo, è forte”, spiega Allocchio. Cresciuto da dilettante nella Fgm dei Marton, a Varedo, con un rapporto particolare con la Polisportiva Molinello. “Lo scorso anno, quando Luca Paolini ha vinto la tappa di Marina di Ascea e ha preso la maglia rosa, Francesco Zanellato e gli altri della Molinello piangevano di gioia. Ma alla Tirreno-Adriatico è stato bello festeggiare il successo di un altro brianzolo come Matteo Pelucchi”. E chissà che il prossimo anno i corridori di casa nostra non possano arrivare a braccia alte proprio sulle strade di casa. “Dovremo valutare come incastrare tutto”, conclude Allocchio. “Resta ancora da decidere dove concludere il Giro. Ma intanto godiamoci la tappa di quest’anno”. Con passerella a Monza lungo viale Battisti, la piega su viale Brianza e il tuffo in viale Cavriga. Duemila e duecento metri, prima di far rotolare i tubolari in direzione di Villasanta. Sotto l’ala di elicotteri per riprese televisive, in una delle tappe più attese del Giro. Quella con arrivo a Plan di Montecampione, appunto. “Originariamente si pensava a via Boccaccio, ma per avere una maggiore visibilità abbiamo pensato a questa soluzione”, spiega il consigliere comunale Silvano Appiano, delegato comunale allo Sport monzese. “Sarà una tappa molto lunga e, grazie anche a questo, abbiamo ottenuto che la carovana pubblicitaria sosti nel Parco per un quarto d’ora, dove sicuramente accorreranno tantissimi appassionati. Il transito è previsto tra mezzogiorno e le due del pomeriggio. Saranno previste suggestive riprese aeree, anche noi ci attiveremo per tempo pubblicizzando un evento che nutre molte aspettative”.

Perché sì, di Brianza in sella ce ne sarà anche a questo Giro. Oltre alla maglia con lo stemma rossocrociato dalla Iam, proprio con Pelucchi, al via ci sarà un altro cesanese d’adozione come Angelo Pagani . Ma, soprattutto, il miglior velocista italiano del momento, Giacomo Nizzolo. Che ha iniziato in salita la stagione con la rottura della clavicola a Maiorca, è poi caduto in Catalogna, ma ora si prepara per una stagione da protagonista: “La preparazione ha risentito di questi guai, ma quest’anno chiamo a raccolta i miei tifosi proprio nella 15ma tappa, che taglia la Brianza. Sono cresciuto nei Giovani Giussanesi, ma sino a 8 anni ho vissuto a Muggiò, prima di trasferirmi a Besana Brianza. In gruppo, con gli altri corridori della zona, c’è un bel rapporto di amicizia. Ci sentiamo spesso. A maggio ho sempre faticato, per via di una leggera asma, ma sono determinato a far bene e magari a correre anche al Tour de France”. I numeri sono tutti dalla sua parte. Con un recente secondo posto al Giro, tappa di Cherasco, dietro a Mark Cavendish.

Le strade di casa, del resto, Nizzolo le conosce bene. Ma non quanto Giuseppe Figini, dal 1971 nella macchina organizzativa del Giro. È lui, da tre anni, a realizzare anche il road book televisivo e ad aver compiuto almeno tre giri di ogni Giro, prima dello start. “In effetti sì, tra sopralluoghi tecnici e verifiche, l’organizzazione è imponente”. Padernese di Cassina Amata, è tra coloro che ha scoperto come il naturalista Paolo Magretti fosse stato il primo vincitore della Milano-Torino, una delle corse più antiche. “Una ricerca nata su indicazione di Marco, figlio di Vincenzo Torriani, e portata a termine grazie a Vincenzo Spinello e Claudio Gregori. Io mi sono divertito a curare la parte sportiva della ricerca”. E proprio il divertimento, per Figini, deve continuare a essere il sale di questo sport. “Ai giovani che vedono il Giro e si vogliono avvicinare a questo sport, consiglio di non avere fretta. Ciascuno deve guardarsi dentro e capire se può emergere o accontentarsi di partecipare. Senza scorciatoie”.