Bruno Pizzul cronista a Vimercate: «Settori giovanili da rifondare»

L’emozione dell’entrata in campo con la voce di Bruno Pizzul che presenta le squadre. È successo a Vimercate, all’oratorio Cristo Re, ai partecipanti del torneo in memoria di Simone Sergio.È stata l’occasione per parlare del calcio giovanile di oggi. E dell’Italia agli Europei.
Bruno Pizzul a Vimercate - foto Signorini
Bruno Pizzul a Vimercate – foto Signorini Redazione online

L’emozione dell’entrata in campo con la voce di Bruno Pizzul che presenta le squadre. Con il suo timbro inconfondibile, con un ritmo del parlato che riaggancia immediatamente i ricordi alle emozioni dei grandi campionati guardati davanti alla tv. Eppure non è la Nazionale a scaldarsi a bordo campo, neppure qualche squadra di serie A; non ci sono telecamere o microfoni della Rai.

Ma lui c’è. Uno dei più grandi e amati cronisti italiani, la scorsa settimana, ha onorato della sua presenza il Centro giovanile Cristo Re a Vimercate. Facendo la cronaca di una delle partite disputate all’oratorio nel contesto del torneo “Still with us”, giunto alla sesta edizione e realizzato in memoria del giovanissimo Simone Sergio, scomparso per un incidente stradale. Accanto a Pizzul, a godersi la partita, c’erano anche i genitori di Simone e don Marco Fusi, responsabile della pastorale giovanile.

«Ho accettato molto volentieri l’invito di essere qui oggi – ha detto Pizzul, oggi 78enne – Mi fa piacere partecipare a iniziative di questo tipo, lo faccio tutte le volte che ne ho la possibilità, sono spesso negli oratori. Perché penso abbiano ancora forza e un importante ruolo educativo. La loro presenza in Lombardia, poi, è diffusa e consolidata, ci sono strutture adatte per fare proposte importanti ai giovani, pure dal punto di vista sportivo e umano. Anche perché credo che lo sport sia, al di là dei risultati, un importante momento di crescita».

Ma non è finita, perché la potenzialità degli oratori si spinge ancora più in là. E getta lo sguardo verso gli olimpi del calcio. «Bisogna tornare a creare i ragazzi di strada e di oratorio» osserva Pizzul parlando del settore giovanile italiano («un disastro»). «Da quando esistono le scuole calcio non esce più un giocatore. Bisogna gestire i settori giovanili in modo diverso, perché adesso c’è una percentuale di abbandono troppo alta. I ragazzi iniziano a giocare e poi smettono perché non si divertono, hanno troppa gente attorno che rompe le scatole, in un’età in cui serve solo essere contenti di giocare».

Giovedì, in una serata in Bruno Pizzul ha chiacchierato con i ragazzi e con il pubblico della partita (mostrandosi sempre umile e lontano dei protagonismi), si è fatto anche qualche pronostico sugli Europei di Francia. «Li possiamo affrontare con una certa serenità perché abbiamo la consapevolezza di non avere una squadra tra le più forti, e quindi tutto quello che viene è buono».