La Provincia di Monza alla Camera di commercio: «Mai con Milano, mai con Lecco»

Né con Milano ma neanche con Lecco: la Camera di commercio deve rimanere autonoma. Lo auspica il consiglio provinciale che all’unanimità ha approvato la mozione presentata dal leghista Andrea Monti.
La sede monzese della Camera di commercio
La sede monzese della Camera di commercio

Né con Milano ma neanche con Lecco: la Camera di commercio deve rimanere autonoma. Lo auspica il consiglio provinciale che all’unanimità ha approvato la mozione presentata dal leghista Andrea Monti: il testo, che sarà inviato al presidente dell’ente camerale Carlo Edoardo Valli, impegna il responsabile di via Grigna Gigi Ponti ad «adoperarsi in ogni modo e con ogni mezzo, in ogni luogo e ad ogni livello, affinché si possa scongiurare l’ipotesi di chiusura della Camera di Commercio di Monza e Brianza attraverso il paventato accorpamento».

L’assemblea, nel testo, fa riferimento alla preoccupazione dei dipendenti della struttura che hanno già messo in guardia sui rischi di taglio del personale nel caso di una aggregazione. Fa riferimento, anche, al silenzio di Valli che finora non si è espresso sulle intenzioni dei vertici della Camera. Eppure, ricordano i consiglieri brianzoli, quella della Brianza ha tutti i requisiti fissati dal Governo per il mantenimento dell’autonomia e dal 2008 «ha svolto un ruolo prezioso e determinante per lo sviluppo del nostro tessuto economico, spesso collaborando con il nostro ente, riversando 25 milioni di euro alle imprese del territorio per progetti di sviluppo aziendale, risorse che hanno avuto un effetto moltiplicatore e hanno attivato investimenti e occupazione sul territorio. Ha formato gratuitamente 11.500 imprenditori, prestato consulenza a 4.500 aspiranti imprenditori, portato all’estero 11.000 aziende e supportato oltre 7.000 nella ricerca di bandi e finanziamenti». Le risorse a disposizione della Brianza, concordano molti addetti ai lavori, diminuirebbero notevolmente in caso di riunificazione con Milano:

«È anche – afferma Monti – una questione di convenienza economica. Milano, in forza dei suoi numeri, favorirebbe le grandi industrie dell’area metropolitana». Secondo il padano potrebbe, però, essere penalizzante anche una aggregazione con Lecco: «Quella Camera – precisa – è in difficoltà e lo sarà ancora di più con la riduzione dei diritti camerali. Ha più dipendenti e maggiori costi fissi rispetto a Monza: la Brianza, di conseguenza, correrebbe il rischio di dover pagare le spese di altri».