Il ministro Orlando: «A Monza il ballottaggio è fra centrosinistra e destra»

Visita lampo a Monza del ministro della Giustizia Andrea Orlando per sostenere la candidatura di Roberto Scanagatti. Il ministro ha attaccato la Lega. Scanagatti intanto ribadisce che non si apparenterà, ma apre ai grillini e alla lista di Piffer
Il ministro Orlando, a Monza per sostenere Scanagatti
Il ministro Orlando, a Monza per sostenere Scanagatti Fabrizio Radaelli

«A Monza il ballottaggio non sarà tra il centrosinistra e il centrodestra, ma tra il centrosinistra e la destra: la Lega, ormai, ha gettato la maschera che in qualche occasione ha coperto la sua parte più esplicitamente razzista, xenofoba e fascista». Ne è convinto il ministro della Giustizia Andrea Orlando che venerdì, in città per una visita lampo a sostegno del sindaco Roberto Scanagatti, ha lanciato un appello non solo ai simpatizzanti del Pd e dei suoi alleati, ma a tutti gli elettori «democratici». Il Carroccio di Matteo Salvini, ha commentato, non è quello di Roberto Maroni e di Umberto Bossi: «È comparabile – ha affermato – alla destra sovranista e antieuropeista di Marine Le Pen. Non guarda più ai territori e al federalismo, ma si gioca tutto sulla paura». In questo scenario i padani non punterebbero a vincere per amministrare ma per utilizzare i comuni come «palchi per i loro comizi ideologici».

«Scanagatti – ha aggiunto – ha saputo risolvere i problemi, ha riqualificato il centro e ha rafforzato l’identità culturale di Monza». «Nei prossimi giorni – ha raccomandato Orlando ai militanti – fate leva su quanto realizzato e sugli obiettivi raggiunti perché le polemiche sui massimi sistemi non servono. Parlate con la gente e ricordatevi che al ballottaggio possono accadere le cose più strane e chi al primo turno si è espresso per un candidato ora può votare per l’altro».

Di fronte al ministro il sindaco uscente non ha rinunciato a lanciare un affondo sui temi della legalità: «La nostra amministrazione – ha ricordato – ha dovuto riprendere le fila di una città in cui un assessore, due consiglieri e il capo di gabinetto del sindaco della giunta Mariani-Allevi sono stati condannati. Io e i 96 candidati del centrosinistra abbiamo firmato un codice etico: vedremo se nei prossimi giorni arriverà un segnale inequivocabile» anche dai suoi avversari. Scanagatti ha ribadito che non si apparenterà con i candidati esclusi dal ballottaggio: «Non lo faccio – ha spiegato – perché ho rispetto per gli elettori. C’è chi nei mesi scorsi ha compiuto una scelta difficile e si è presentato in contrapposizione con il centrodestra in cui i moderati rappresentano solo il 12%. Se c’è stata una rottura non capisco come mai ora punti a tornare nell’alveo». Il riferimento è a Pier Franco Maffè che ha tentato di aggregare il centro: il 25 giugno Scanagatti cercherà di attrarre chi domenica 11 ha votato per lui così come gli elettori del Movimento 5 Stelle e di Civicamente di Paolo Piffer. L’apertura nei confronti delle due forze è palese: «Siamo disponibili – ha precisato – a confrontarci sui contenuti e ad accentuare alcune caratteristiche del nostro programma» che possono essere condivise da chi è rimasto escluso dal secondo turno.