Fingeva di riparare elettrodomestici e poi spariva: processo a Monza

«Le ho cambiato due pezzi, l’asciugatrice è a posto», ma non era vero: poi, il presunto tecnico, spariva con l’acconto o il pagamento intero. La truffa ha colpito una donna di Bellusco, l’uomo ora è a processo a Monza.
L’ingresso del tribunale di Monza
L’ingresso del tribunale di Monza Fabrizio Radaelli (archivio)

Fingeva di riparare gli elettrodomestici, in particolare caldaie e asciugatrici, ma in realtà non metteva a posto un bel niente, eppure si faceva pagare e neanche poco. Per almeno un paio di episodi molto simili è finito nei guai un uomo residente a Baranzate di Bollate, A. G., ma tra le sue vittime c’è anche una signora di Bellusco che nelle ultime ore ha raccontato la propria disavventura in tribunale a Monza, davanti al giudice Letizia Brambilla. La Procura di Monza è rappresentata dal vice procuratore onorario, Luigi Pisoni. La storia è antipatica, ma molto presto il cerchio si chiuderà con la sentenza di primo grado. Intanto, in attesa del verdetto finale che sarà pronunciato nelle prossime settimane, il vice procuratore onorario ha già richiesto la pena di 8 mesi di reclusione.

Nell’ultima udienza era presente anche una delle due parti offesa, la signora di Bellusco che ha fornito in aula la propria versione dei fatti. L’altra parte offesa, anche lei in aula, è invece residente dalle parti di Sesto San Giovanni. «Mi si era guastata – ha raccontato la donna – l’asciugatrice e ho deciso di chiamare questo call center. Ci mettiamo d’accordo e fissiamo un appuntamento per la riparazione dell’elettrodomestico».

Ma a quel punto qualcosa va storto: «È’ venuto per la riparazione – ha aggiunto la signora – mi ha cambiato due pezzi e mi ha chiesto 130 euro per l’avvenuta riparazione. Ho pagato 120 euro di acconto, ma poi non si è più visto nessuno. L’asciugatrice ovviamente non era stata riparata. A quel punto non ho potuto fare altro che comprare una nuova asciugatrice spendendo ben 500 euro. Il signore in questione – ha concluso la presunta vittima della faccenda – l’ho poi riconosciuto guardando Facebook». Al numero di telefono contattato inizialmente non ha più risposto nessuno a conferma del fatto che in realtà dietro si sarebbe nascosto un truffatore.