Ergastolo: il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brescia, al termine del processo con rito abbreviato, come chiesto dal pm Isabella Samek Lodovici ha condannato giovedì mattina al carcere a vita Claudio Giardiello, l’imprenditore di Brugherio che il 9 aprile di un anno fa uccise tre persone (l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, il magistrato Fernando Ciampi e il suo coimputato, in un processo per bancarotta, Giorgio Erba) e ne ferì altre due al Tribunale di Milano.
Una sentenza prevedibile anche dopo l’esclusione da parte dei periti del tribunale della parziale incapacità di intendere, come invece richiesto dalla difesa, ma che nel giorno della sentenza ha riservato una sorpresa: Giardiello, tra lo stupore del suo difensore, l’avvocato Andrea Dondè, ha infatti dichiarato che la pistola usata quel giorno per la strage: «fu portata dentro il palazzo di giustizia tre mesi prima della strage e lì l’ho nascosta»
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Una versione che ha evidentemente aggravato la posizione dell’imprenditore in quanto indica senza ombra di dubbio la premeditazione, fatto invece sempre negato dalla sua difesa. Un aspetto, tra l’altro, che scagionerebbe una guardia giurata del Tribunale (a sua volta imputato) che al varco dove stava operando non si sarebbe accorto che Giardiello stava entrando in Tribunale con la pistola, tanto da essere accusato di concorso in omicidio.
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