Appalti sospetti e spese gonfiate, l’Asl di Monza denuncia un suo funzionario

L’Asl di Monza revoca l’incarico e denuncia alla Corte di conti per ipotesi di danno erariale l’ex provveditore dell’azienda: il motivo sono appalti sospetti e spese gonfiate. La struttura che guidava è stata smantellata.
La sede centrale dell’Asl di Monza e Brianza
La sede centrale dell’Asl di Monza e Brianza Fabrizio Radaelli

Se alla fine fosse confermata dai giudici, vorrebbe dire che ogni anno negli ultimi dieci l’Asl di Monza ha gettato al vento almeno 100mila euro per la manutenzione del suo sterminato parco macchine affidato da oltre dieci anni alla stessa società appaltatrice. Dopo la storiaccia dei tre medici della guardia medica di Concorezzo – pizzicati a lavorare anche per una casa di riposo del milanese in orario di turno nell’ambulatorio brianzolo – un altro scandalo scuote l’Azienda sanitaria di Monza: quello delle presunte fatture gonfiate da parte di un’autofficina di Desio che, autorizzate senza battere ciglio di un alto funzionario pubblico ora denunciato alla Corte dei conti, hanno originato spese mostruose per la manutenzione della flotta aziendale. Numeri piccoli, per ora, ma che potrebbero essere il grimaldello per certificare “spese pazze” di importo ben maggiore.

I fatti

Questa nuova magagna per l’ente guidato da Matteo Stocco inizia, almeno ufficialmente, a metà 2014. Il 12 dicembre il direttore generale (Stocco), quello amministrativo (Francesco Alparone), quello sanitario (Patrizia Zarinelli) e quello sociale (Roberto Calia) deliberano di rivedere il piano di organizzazione aziendale, ovvero l’organigramma con ruoli e funzioni di dirigenti e dipendenti dell’Asl.

Nel lungo elenco di “strutture non confermate” dal provvedimento c’è anche quella del provveditorato. Di che cosa si tratta? Si tratta di quella figura, solitamente un dirigente, che all’interno delle aziende sanitarie locali si occupa di acquisti, capitolati, richiesta di preventivi, gestione delle gare d’appalto, controllo di ordini e fatture, verifica dei fabbisogni e gestione del parco auto aziendale. Insomma, è colui che fa muovere tutta l’Asl. Un nodo fondamentale per l’azienda, ma che a Monza viene cancellata con una delibera.

Ma c’è di più. Nella stessa seduta i vertici dell’azienda sanitaria ridefiniscono anche alcuni incarichi di vertice, revocando l’incarico di provveditorato al dirigente fino allora assegnato a tale compito e assegnandolo a uno struttura periferica dell’Asl, in un ufficio amministrativo.

Un “passo del gambero” che è evidente se si prendono in considerazione due piani di organizzazione aziendale: quello dell’8 ottobre 2014 mostra il dirigente a capo della struttura complessa (così viene chiamata in gergo una delle articolazioni superiori dell’Asl); la versione dello stesso documento, aggiornata allo scorso 8 aprile, oltre a contenere la scomparsa del servizio provveditorato, sancisce anche il declassamento dell’ex responsabile che era stato al vertice della struttura da anni e con uno stipendio annuale (nel 2013) di 89mila euro.

I sospetti

Perché rinunciare a una delle strutture più delicate dell’Asl? Perché qualcosa, per i vertici dell’azienda, non tornava tanto che il direttore generale Stocco ha accompagnato questa decisione presentando una “denuncia di fatti eventualmente dannosi per il pubblico erario” alla procura regionale della Corte dei conti di Lombardia. Nel documento, finora rimasto riservatissimo nelle stanze di viale Elvezia, si legge che «a seguito di verifiche e controllo a campione delle fatture relative alla manutenzione del parco auto aziendale» sarebbe emersa una «presunta irregolarità nella fatturazione» da parte della carrozzeria che ha vinto l’appalto, a più riprese dal 2003 a oggi, per la manutenzione dello sterminato parco auto dell’Asl, In particolare la società, che ha sede a Desio, «ha fatturato sull’importo netto di ogni fattura e poi assoggettato all’Iva, la percentuale dell’1,8% a titolo di smaltimento rifiuti». Il responsabile del servizio provveditorato, ovvero il dirigente demansionato, «ha liquidato le fatture senza rilevare se la quota fosse dovuta o meno» scrive l’Asl alla Corte dei conti. Il presunto danno ammonta, riferendosi al periodo 2012-primo semestre 2014, a 5.600 euro. Ma l’Asl sta compiendo verifiche anche sulle fatture degli anni precedenti e ha provveduto a contestare al suo fornitore le fatture “gonfiate”. E come per magia, scrive l’Asl, «a seguito della contestazione il fornitore ha inviato preventivi senza l’applicazione della tassa».

E gli sconti?

Inoltre sono state rinvenute «fatture con applicazione di tariffe prive dello sconto previsto contrattualmente (e regolarmente autorizzate dal responsabile del servizio provveditorato, ndr.)» e sono in corso ulteriori verifiche «sulla congruità delle riparazioni effettuate dal fornitore». In sostanza all’ormai ex provveditore vengono formalmente contestate due colpe: non aver verificato la correttezza dei preventivi e aver autorizzato delle riparazioni non autorizzate.

Inevitabile a questo punto la denuncia alla Corte dei conti, un provvedimento disciplinare di sospensione dal lavoro per il dirigente nella bufera (una trentina di giorni in totale a casa) e lo smantellamento della struttura del provveditorato. Per avere un’idea della portata dell’appalto, bastano pochi numeri. Anzi uno solo: oggi le auto in dotazione all’Asl di Monza sono 123. All’epoca dei fatti contestati, tra il 2013 e il 2014, erano una decina di più. Nel lungo elenco dei mezzi a disposizione si trovano principalmente Fiat Panda e Fiat 600 ma ci sono anche Fiat Scudo, Fiat Ducato, Fiat Fiorino, una Citroen C1 e alcuni pezzi d’antiquariato come Fiat Uno e le Innocenti Elba.

I costi scendono

Nel 2013 la gestione dell’intero parco auto (che comprende fornitura di carburanti, noleggio, manutenzioni, assicurazioni e tasse) è costata all’Asl la bellezza di 378mila euro: in pratica 2.820 euro per ognuna delle 134 auto allora in servizio. Solo di manutenzioni nell’officina desiana sono stati spesi 175mila euro. Nel 2014 le cose iniziano a cambiare: fatture contestate, il dirigente che non controllava è stato allontanato, c’è un giro di vite generale sulla gestione della flotta aziendale scesa a 126 unità. L’Asl mette a bilancio 272mila euro per le stesse voci che solo l’anno prima erano costate 106mila euro in più. In pratica quasi il 30% in meno di spesa. I costi della manutenzione scendono addirittura del 45,7%: all’officina di Desio vanno “solamente” 95mila euro e il costo medio per ogni macchina scende a 2.158 euro. Ancora più efficaci i numeri del primo trimestre 2015: le manutenzioni sono costate 16mila euro (le auto nel frattempo sono diventate 123) e si punta ad arrivare alla fine dell’anno a quota 64mila euro di spesa per portare la macchia dal meccanico. Praticamente un terzo di due anni fa.