Monza, l’arte si fa pubblicità: a caccia di opere sui cartelloni con Streetartpiu

Docici cartelloni pubblicitari 6x3 per altrettante opere d’arte. Succede a Monza grazie al progetto “treperseiperlarte” di Streetartpiu per cercare spazi inconsueti per l’arte. Una seconda manche in arrivo a ottobre.
Monza Progetto Streetart+
Monza Progetto Streetart+ Chiara Pederzoli

No: quelle immagini enormi sui tabelloni pubblicitari più grandi di Monza non cercheranno di vendere nulla. Una fotografia, un disegno, un dipinto, nessuna scritta per decifrare di cosa si tratti tranne il nome del progetto, in un angolo, e quello dell’autore, nell’altro.

Sono le opere di “treperseiperlarte” e il prodotto non sarà diciotto, ma dodici, almeno per il momento: dodici artisti che hanno deciso di aderire al nuovo progetto dell’associazione Streetartpiu, capitanata da Felice Terrabuio e Roberto Spadea, per cercare spazi inconsueti per l’arte. Questa volta – ma non è la prima – i tabelloni pubblicitari più gradi, sei metri di larghezza per tre di altezza.

L’associazione ha chiesto ad alcuni artisti differenti per stile, profilo, esperienza, mezzo espressivo di creare o offrire un’opera da stampare in diciotto metri quadri.

«Un modo aperto e sociale di fare arte, utilizzando spazi di grandi dimensioni disponibili ovunque in città».

Lì tra il 26 e il 27 giugno gli attacchini hanno affisso carta a carta dodici opere. Non sono spazi prenotati, avvisa l’associazione: quindi impossibile sapere in anticipo dove ciascuna opera verrà mostrata. Non resta che puntare meno distrattamente lo sguardo ai tabelloni che abitualmente cercano di vendere qualcosa. Per chi poi le volesse rintracciare tutte, dopo l’affissione l’associazione ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una mappa dell’itinerario artistico cittadino alla scoperta dei dodici autori.

Sarà possibile incrociare un disegno di Max Marra, per esempio, o una fotografia crepuscolare di Akira Osaka o la dolcezza sulle reti di confine di Sonia Scaccabarozzi. E ancora: la mise en abyme di Simone Massafra che riempie un tabellone con un tabellone vuoto, un classico di Filiberto Vago, i volti cancellati di Enrica Passoni, le proiezioni muscolari di Luca Panucci, Mariano Domenico Russo e una bambina in cerca di casa che è ben più di una citazione di Valerio Berruti, BettyBellù, lo sguardo voyeur di Paolo Monga e ancora Alberto Salvati e Maria Luisa Conserva, tutti artisti già protagonisti del Mimumo di via Lambro, il Micromuseo di Monza.
Streetartpiu ha finanziato le prime dodici opere ricorrendo al sostegno di alcuni sponsor e di “micromecenati” che saranno ricompensate con piccole opere degli artisti scelti da ciascuno – ogni intervento, tra stampa e affissione costa duecento euro.

Tra gli altri hanno contribuito al progetto Paolo Ratti, lo stesso Vago, Carlo Alberto Scotti, maria Rosa Merati, la San Carlo srl di Stefano Teruzzi, la Solea srl con Oliviero Zappa, l’Immobiliare Pavoni di Aldo Mariani.

Sei per tre fa diciotto e infatti, alla fine, diciotto saranno gli artisti: a ottobre sono previste le affissioni di altri sei autori e cioè Gabriele Benefico, Marco La Rocca, Beatrice Spadea, Roberto Spadea, Felice Terrabuio, Milena Tortorelli. Ma non è detto che il numero non possa raddoppiare prima dell’autunno. «Un’azione che parte dal singolo artista per parlare a tutti sottolineando i forti legami tra creatività, spazi urbani e vita quotidiana».