Il Vero Volley regala teatro: giovedì 14 “Gran Serata Futurista” al palasport di Monza

“Gran Serata Futurista” è il titolo dello spettacolo gratuito che andrà in scena nel palasport di Monza giovedì 14 gennaio, ideato, diretto e interpretato da Finazzer Flory: lo offre alla città il Consorzio Vero Volley.
La “Città che sale” di Umberto Boccioni
La “Città che sale” di Umberto Boccioni

Non solo sport: il Consorzio Vero Volley ha deciso di inaugurare l’anno con una iniziativa speciale, aperta al suo staff, ai suoi giocatori e a chiunque voglia partecipare. Si tratta di uno spettacolo: giovedì 14 dicembre il palazzetto dello sport di viale Stucchi, in cui giocano Gi Group Team e Saugella, diventa un teatro e ospita la “Gran Serata Futurista” realizzato e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory con le coreografie di Michela Lucenti.

«La serata sarà ad ingresso gratuito: un regalo che il presidente Alessandra Marzari ha pensato di dedicare a tutti i tesserati, gli allenatori, i collaboratori e gli amici del Consorzio Vero Volley per iniziare l’anno nel modo più bello» scrive la società, che apre le porte fino a esaurimento posti e invita a prenotarsi via mail a eventi@verovolley.com. Lo spettacolo inizia alle 21.

«“Gran Serata Futurista” mette in scena le volontà, il coraggio, la ribellione degli uomini vivi che aderirono alla più grande avanguardia italiana: il Futurismo – scrive Finazzer Flory – Lo spettacolo va in scena all’interno del Palazzetto dello Sport di Monza, luogo simbolo ed emblema dell’energia, del dinamismo, dell’elasticità e della bellezza del corpo atletico».Il regista e attore si trasforma così in “atleta del cuore” recitando testi che vanno dal 1909 al 1916, dai Manifesti futuristi e le parole in libertà di Filippo Tommaso Marinetti alle dichiarazioni programmatiche di Giovanni Papini.

«Una performance incendiaria, nella quale voce e corpo si inseguono per cantare “il coraggio, l’audacia, il movimento aggressivo, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno” e affermare “che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità”», come scrivevano i futuristi stessi. Ad accompagnare i testi le musiche di Stravinsky e di Sakamoto e sullo sfondo “La città che sale” di Umberto Boccioni.