Via libera ai chiosconi di Monza: ecco le regole del Comune

L’amministrazione comunale di Monza ha pubblicato la determina di aggiudicazione delle “Rive del Lambro”, il discusso progetto di “valorizzazione del centro storico attraverso la realizzazione di punti di ristoro e riqualificazione di arredo urbano”. E ha stilato anche un elenco di condizioni, il decalogo del chiosco perfetto.
Monza, il rendering di un chiosco tipo
Monza, il rendering di un chiosco tipo Fabrizio Radaelli

L’amministrazione comunale di Monza ha pubblicato la determina di aggiudicazione delle “Rive del Lambro”, il tanto discusso progetto di “valorizzazione del centro storico attraverso la realizzazione di punti di ristoro e riqualificazione di arredo urbano”. Oltre a questo documento ha stilato un elenco di condizioni che Saum srl, la società vincitrice del bando, deve impegnarsi a rispettare.
Per quanto, ancora, non si abbia un’idea dell’aspetto definitivo che le tredici strutture assumeranno – su ogni chiosco pende infatti il parere, ultimo, della Soprintendenza di Milano – quello che succederà al loro interno e come questi funzioneranno, è stato stabilito. Ecco, quindi, il decalogo del chiosco perfetto.

Numero uno: “Laddove le metrature lo consentano, prevedere bagni anche per disabili, accessibili dall’esterno nonché nursery ed ospitalità per le associazioni”.

Due: dovrà essere assolutamente esclusa l’installazione di qualsiasi attività della tipologia “compro oro”.

Tre: dovrà essere messo a disposizione un wifi gratuito, integrato al sistema cittadino esistente.

Quattro: i chioschi si dovranno configurare anche come punti informativi e turistici, obbligati a distribuire gratuitamente materiale promozionale sulla città e sugli eventi.

Cinque: i gestori dei chioschi dovranno anche saper vestire i panni di guide turistiche. È infatti previsto che partecipino a corsi formativi sulla storia e sulle peculiarità della città di Teodolinda.

Sei: i dehors dovranno dimostrarsi attenti alle esigenze degli amici a quattro zampe, mettendo a loro disposizione un “punto acqua”.

Numero sette: i gestori avranno l’obbligo di aderire agli eventi proposti dall’amministrazione comunale.

Otto: i gestori dovranno anche garantire la disponibilità ad accogliere possibili iniziative proposte dai cittadini e approvate dal comune, come, ad esempio, lo scambio gratuito di libri.

Nove: coloro che si ritrovassero “a secco” di corrente, potranno ricaricare gratuitamente presso i dehors computer e cellulari, tablet e biciclette elettriche. I chioschi, infatti, saranno dotati di un “punto corrente”.

Ultima condizione: “dovrà essere rispettata la percentuale massima del 30% della medesima tipologia di offerta”.

I chioschi, quindi, dovranno diversificarsi il più possibile e integrarsi adeguatamente all’offerta commerciale contigua. Sì, quindi, alla nascita di attività particolari, come, ad esempio, bar e punti ristoro in grado di offrire piccoli servizi e soddisfare le esigenze più disparate, dalla lavanderia alla vendita di fiori. Proseguono, intanto, anche le attività del fronte contrario alla realizzazione del progetto: come annunciato, le associazioni culturali che hanno aderito alla protesta avviata lo scorso novembre hanno inviato alla Soprintentenza una richiesta di intervento.