Usmate, bloccano il capo fuori dal cancello: «Vogliamo che Granarolo ci assuma»

Cancelli bloccati e sciopero ad oltranza davanti alla Granarolo di Usmate e Velate: giovedì mattina dalle 6 una cinquantina di lavoratori, che curano la logistica e il facchinaggio dell’azienda di latticini, ha manifestato impedendo l’accesso ai camion e all’auto del direttore del personale.
Usmate protesta Granarolo con Giorgio Morselli direzione risorse umane e Fabio Frassanito direttore di stabilimento Usmate
Usmate protesta Granarolo con Giorgio Morselli direzione risorse umane e Fabio Frassanito direttore di stabilimento Usmate Michele Boni

Cancelli bloccati, bandiere dei sindacati al vento e sciopero ad oltranza davanti alla Granarolo di Usmate e Velate con un danno di 2mila euro alla fabbrica. Giovedì mattina dalle 6 una cinquantina di lavoratori, che curano la logistica e il facchinaggio dell’azienda di latticini, ha manifestato impedendo l’accesso ai camion e alle merci. « Noi chiediamo che queste maestranze, un centinaio in tutto, non lavorino più per imprese appaltate da Granarolo, ma vengano assunte direttamente dalla fabbrica per la quale prestano la loro opera – ha affermato Giuseppe Coletti del sindacato Usb – . Ci sono persone che lavorano qui da almeno 15 anni vogliamo che siano regolarizzate e non vengano più sfruttate».

Oltre al cambio di contratto gli operai chiedono anche più soldi all’impresa di via Don Bosco. «Negli anni sono stati tolti dei soldi nelle buste paghe – ha proseguito il sindacalista – . Non si può continuare in questo modo, vogliamo chiarezza e soprattutto quello che spetta di diritto ai lavoratori. Vogliamo risposte dalla proprietà, basta allo sfruttamento».

Dall’altra parte l’azienda risponde a tono al sit-in di protesta. «Stiamo parlando di persone che non sono assunte direttamente da noi, ma da altre aziende che ci forniscono servizi – ha detto il direttore generale delle risorse umane di Granarolo Giorgio Morselli -. È chiaro però che tutti questi operai sono stati assunti attraverso le specifiche del contratto collettivo nazionale e non abbiamo dubbi che sia così perché facciamo un controllo rigoroso sulle imprese alle quali ci appoggiamo per eseguire dei lavori nei nostri stabilimenti».

Lo stesso dirigente è rimasto bloccato con l’auto fuori dai cancelli della ditta perché i manifestanti gli hanno impedito l’accesso ed è dovuto scendere e proseguire a piedi per raggiungere gli uffici, prima di presentarsi davanti ai lavoratori. «È incomprensibile una situazione del genere, queste persone stanno commettendo un reato e al contempo ci stanno facendo un danno d’immagine oltre a bloccarci la produzione – ha sottolineato Morselli- . Siamo stupiti dopo tutto quello che abbiamo fatto dal 2011 ad oggi acquisendo un marchio in fallimento come Latbri e risanando la situazione». Lo sciopero è durato ad oltranza per tutta la giornata impedendo la lavorazione di 5mila litri di latte causando una perdita economica di circa 2mila euro all’azienda casearia tenuto conto che un litro di latte all’ingrosso ha un valore di circa 40 centesimi di euro.