Transizione sostenibile e digitale: 50 miliardi di Intesa Sanpaolo per le piccole e medie imprese

Il Gruppo Intesa Sanpaolo presenta “Motore Italia”, un piano di credito a favore delle piccole e medie imprese per sostenere la transizione sostenibile e digitale.
Una filiale Intesa Sanpaolo in epoca pre Covid
Una filiale Intesa Sanpaolo in epoca pre Covid FABRIZIO RADAELLI

Cinquanta miliardi di euro di nuovo credito a favore di iniziative per la liquidità e investimenti nella transizione sostenibile e digitale. Intesa Sanpaolo ha presentato “Motore Italia”, il nuovo programma strategico di finanziamenti e iniziative per consentire alle piccole e medie imprese italiane di superare la fase di difficoltà causata dalla crisi pandemica e rilanciarsi attraverso nuovi progetti di sviluppo e crescita.

Anticipando i bisogni di liquidità e supporto in vista delle prossime scadenze delle misure governative, la misura fondamentale del programma stabilisce nuove soluzioni di allungamento della durata dei finanziamenti in essere, ampliando le iniziative di sostegno alla liquidità già messe in atto nel corso del 2020. Cinque i pilastri del nuovo ambizioso piano di Intesa Sanpaolo illustrati da Anna Roscio, responsabile direzione Sales&Marketing Imprese. Primo: la liquidità e l’ estensione dei finanziamenti.

«Il piano metterà a disposizione nuove soluzioni per l’allungamento dei finanziamenti in essere fino a quindici anni – ha illustrato Roscio – facendo leva sull’attuale quadro normativo che consente l’utilizzo delle garanzie del Fondo centrale all’80% concesse ai sensi del regolamento sul “de minimis” Inoltre, il Gruppo Intesa Sanpaolo sta pianificando nuove modalità per sviluppare con ciascuna impresa soluzioni per estendere ulteriormente, anche oltre i quindici anni, la durata dei finanziamenti in corso».

Fondamentali i finanziamenti: quelli per la transizione ecologica (accompagnando le imprese nel cogliere i benefici offerti dal piano Transizione 4.0 della Legge di Bilancio 2021 facendo leva sulle misure fiscali previste per chi investe, in coerenza con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, più noto come Recovery Plan) e quelli per la transizione sostenibile (già attivi i nuovi S-Loans, che si affiancano al plafond destinato dal gruppo ad investimenti in Circular Economy che hanno già messo a disposizione oltre 800 milioni di euro per progetti realizzati da piccole e medie imprese oltre al sostegno per gli interventi a favore dell’efficientamento e della riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano).

Un altro pilastro su cui si fonda il piano è quello della finanza strutturata e straordinaria, un supporto specialistico e innovativo per favorire la crescita dimensionale delle imprese attraverso operazioni e soluzioni finanziarie. Ultime, ma non meno importanti, le soluzioni non finanziarie e le partnership qualificate. Le imprese avranno a disposizione strumenti –anche non finanziari- che favoriranno il loro orientamento alla digitalizzazione e allo sviluppo. Il tutto all’indomani di un anno- il 2020- che come ha sottolineato Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos, «si è concluso con un ampio pessimismo, bilanciato però da un incremento delle imprese che ripongono fiducia in una ripresa della situazione economica del paese».

Secondo Pagnoncelli «la digitalizzazione sarà sicuramente centrale per la crescita. Le aree che più verranno investite saranno quelle del customer care, del marketing e comunicazione, della gestione degli ordini, quindi quelle aree che governano la relazione col cliente». Un graduale ritorno alla normalità si potrebbe intravedere già dal terzo trimestre di quest’anno.

Lo studio presentato da Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, rivela che i flussi commerciali internazionali sono previsti in netta ripresa al +12,4% dopo il -9,4% del 2020. Per quanto riguarda l’Italia, «la ripresa della nostra economia sarà parziale rispetto alla caduta del Pil subita nel 2020 (+3,7% dopo -8,9%). Sarà importante, però, porre subito le basi per una crescita stabilmente più elevata e sostenibile, una volta terminati gli effetti legati agli investimenti del programma Next Generation». In termini di recupero del fatturato, sono ben posizionate le filiere del farmaco e dell’alimentare, insieme ai servizi avanzati. Atteso anche un buon recupero per il settore delle costruzioni grazie all’ecobonus. «È necessario investire sul green e sul digitale – ha sottolineato De Felice – La transizione ambientale è una straordinaria opportunità per accelerare la crescita e renderla più sostenibile, interrompendo lo sfruttamento delle risorse naturali e ambientali, e diventerà sempre più forte e desiderata dalle popolazioni, in particolare da quelle più giovani».