Test sierologici a Monza e Brianza dal 29 aprile: come funzionano, cosa occorre sapere

L’Ats della Brianza ha diramato una nota in cui spiega come funzioneranno i test sierologici dal 29 aprile anche a Monza e provincia. Le regole, le priorità, come funzionano e tutto quello che occorre sapere.
Un laboratorio del San Gerardo di Monza
Un laboratorio del San Gerardo di Monza FABRIZIO RADAELLI

L’Ats della Brianza, che comprende il monzese e il lecchese, ha diramato una nota in cui segnala le procedure per i test sierologici che verificheranno la presenza di anticorpi Covid nelle persone. Le analisi partiranno mercoledì 29 aprile e coinvolgeranno con Ats le Asst di lecco, Monza e Vimercate. Il test – spiega l’Agenzia, verrà eseguito tramite un prelievo di sangue con il quale sarà possibile verificare se la persona abbia sviluppato anticorpi al coronavirus.

“Va ricordato che, secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, il test da solo non costituisce uno strumento diagnostico attendibile: l’eventuale positività al test, che indica la presenza di anticorpi, deve essere seguita dall’effettuazione del tampone laringofaringeo, ad oggi unico strumento diagnostico certo”.

I test partiranno prima sugli operatori sanitari e in maniera ancora più stringente sul personale che lavora nelle aree di pronto soccorso e in quelle con utenti particolarmente fragili e sui cittadini appartententi alle seguenti categorie:

1) contatti di caso positivo, senza sintomi (al termine dei 14 giorni di isolamento previsti) identificati da Ats a seguito di indagine epidemiologica;
2) contatti di caso positivo, con sintomi (al termine dei 14 giorni di isolamento previsti) identificati da Ats a seguito di indagine epidemiologica;
3) soggetti sintomatici che non hanno avuto una diagnosi tramite tampone, che sono già stati o verranno segnalati dal proprio Medico di Medicina Generale. Il test sarà effettuato dopo almeno 14 giorni senza sintomi, con priorità a coloro che devono rientrare al lavoro.

“Gli interessati saranno contattati direttamente dall’Ats per l’esecuzione dei test. L’adesione è su base volontaria ed è necessario che il cittadino sia a conoscenza del significato dell’esito e delle azioni conseguenti. Al riguardo, verrà chiesto di sottoscrivere una informativa predisposta da Ats”.

In particolare, l’esito del test potrà portare a queste azioni.

1) Esito negativo del test: questo indica l’assenza di infezione pregressa o un livello molto basso di IgG dirette contro il virus (soggetto suscettibile di possibile infezione da SARS-CoV-2.
2) Esito del test dubbio il soggetto è invitato a ripetere il test dopo una settimana, prolungando di conseguenza l’isolamento fiduciario.
3) Esito positivo del test: il soggetto effettua il tampone nasofaringeo per ricerca di RNA virale, prenotato dalla ATS:

a. se negativo si conclude il periodo di isolamento.
b. se positivo viene classificato come caso e si procede nell’isolamento obbligatorio con tutte le disposizioni conseguenti (compreso isolamento fiduciario dei contatti stretti). In attesa dell’esito del tampone, si prosegue con l’isolamento fiduciario.

Scrive ancora Ats: in questa prima fase, nell’ottica di tutelare la popolazione e prevenire la diffusione del virus, il test è riservato alle categorie sopra descritte, contattate dalla Ats e non saranno, quindi, i cittadini a poter richiedere il test. Progressivamente, poi, si andrà a dare attuazione a quanto programmato rispetto all’estensione ad altre categorie, secondo modalità definite. Ats darà al riguardo puntuale informazione. Si informa che non verranno inviati a domicilio operatori, Ats fisserà il giorno, ora e luogo dove verrà fatto il prelievo, alle sole categorie individuate.