Terremoto, le voci dei brianzoli: «Un rumore sordo, la scossa lunghissima, una grande paura»

Alcuni erano più vicini all’epicentro e hanno sentito bene la paura della scossa di terremoto che alle 3.36 del 24 agosto ha raso al suolo una manciata di Comuni tra la provincia di Rieti e Ascoli Piceno. Sono i brianzoli che erano nella zona, prevalentemente per vacanza.
Macerie dopo il terremoto del 24 agosto
Macerie dopo il terremoto del 24 agosto Redazione online

Alcuni erano più vicini all’epicentro e hanno sentito bene la paura della scossa di terremoto che alle 3.36 del 24 agosto ha raso al suolo una manciata di Comuni tra la provincia di Rieti e Ascoli Piceno. Sono i brianzoli che erano nella zona, prevalentemente per vacanza.

«Assomiglia al rumore che fa la metropolitana, quando si avvicina. Non c’è nessun boato improvviso. È un rumore sordo che cresce, si amplifica – ha raccontato Franco Monteri – e poi scuote tutto, tanto da essere quasi caduto dal letto».

Lui, consigliere comunale del Pd a Monza, era a Collevalenza, in provincia di Todi e che in linea d’aria è vicinissimo all’epicentro.
«Siamo subito scesi tutti in strada, e in strada abbiamo avvertito la seconda scossa e trascorso l’intera notte. Qualcuno si era sistemato in macchina».

Giuseppe Medaglia e la moglie Rosy erano al mare, a circa ottanta chilometri dall’epicentro del terremoto. Ma la loro settimana di vacanza è finita alle 3.36 del 24 agosto: perché la prima scossa tra Amatrice e Accumoli, quella di magnitudo 6.0, si è sentita forte e chiara anche a San Benedetto del Tronto, sulla costa adriatica. Residenti a Monza, sono scappati dalla loro stanza d’albergo e sono rimasti per ore sul lungomare. Insieme a tutti gli altri villeggianti in cerca di un luogo lontano dai pericoli.

«C’è stata davvero tanta paura anche qui, si è sentita forte – ha raccontato Medaglia, insegnante cinquantenne – Ora torniamo a casa, perché anche se gli albergatori ci hanno rassicurato noi non siamo tranquilli. Abbiamo avuto troppa paura».

È stata la moglie Rosy, che in città lavora come cuoca, ad accorgersi per prima di quello che stava succedendo: «Mi sono addormentato verso le 2, mentre lei faticava a dormire: alla prima scossa hanno tremato tutti i mobili della stanza, un’ora dopo eravamo in strada quando abbiamo sentito la seconda e abbiamo visto ondeggiare tutti i lampadari dell’albergo. Sono state forti».

I signori Medaglia sono stati aiutati dal personale dell’albergo con coperte e generi di conforto. Solo intorno a mezzogiorno sono tornati nella loro stanza: «Per fortuna qui non ci sono stati danni, ma prepariamo i bagagli e torniamo a Monza».

Poi c’è chi in zona era arrivato solo la sera prima, come tappa di avvicinamento in una vacanza un po’ più a sud: da Desio fino in Salento. È così che una famiglia desiana si è ritrovata a pochi chilometri dall’epicentro.

«Eravamo arrivati solo in serata nei pressi di Cossignano (entroterra marchigiano non lontano da Grottammare) su una bella collina – racconta Bruna, in vacanza con il marito Roberto e il figlio Francesco, 7 anni – Nella notte siamo stati svegliati dalla prima, interminabile, scossa. Un tempo lunghissimo. All’inizio non capivamo molto bene, poi, con tutti gli altri ospiti della struttura, ci siamo riversarti in giardino, spaventati. Le scosse sono proseguite, tanto che alcuni villeggianti hanno preferito dormire sulle loro auto. Noi siamo rientrati in camera solo dopo ore. Non avevo mai vissuto nulla di simile. Abbiamo cercato di non spaventare i bambini, di dissimulare la paura, che però è stata grande».

Paura che non se ne va neppure il giorno dopo, quando la decisione di restare e non raggiungere subito il Salento non è poi così immediata: «Ma alla fine abbiamo deciso ugualmente di restare, almeno per ora. Gli altri amici in partenza da Desio hanno scelto di fare un viaggio unico, senza tappa intermedia nelle Marche. Hanno quattro bambini e la paura di altre scosse è troppa».

In vacanza c’è anche il sindaco di Besana Brianza, Sergio Gianni Cazzaniga. Non si trovava vicino all’epicentro, ma ha sentito bene le scosse e in mattinata ha subito chiamato in Comune per tranquillizzare tutti. Ribadendolo poi in un post su facebook.

Nel Lazio anche un dipendente comunale di Besana, che con la moglie era a un chilometro dalle mura di Rieti. Anche loro hanno vissuto la paura delle scosse più forti e della notte passata in strada dopo essere stati buttati giù dal letto. Ora si sposteranno, “perchè non ce la sentiamo di fare i turisti qui dopo quello che è successo”.

Notte all’addiaccio anche per un’altra famiglia di Besana che si trovava in provincia di Macerata e che, valigie in macchina, sta per fare ritorno in Brianza.